Note di regia di "Silence"
Quando Glasgow è entrata in lockdown ho sentito l'urgenza di documentare quell’esperienza registrando la mia quotidianità, in quel primo giorno di isolamento. Vivevo da solo e ho scelto di preservare la mia solitudine, rimanendo in contatto con il mondo esterno attraverso i messaggi vocali. Il lockdown era solo all'inizio e mi sono accorto che quei messaggi descrivevano lo spaesamento della mia comunità, ho così deciso di continuare a filmare le mie giornate, per mettere poi quelle immagini online, senza nessuna volontà di creare un cortometraggio per il circuito dei festival.
Ma una storia cominciava ad affiorare in quelle immagini e in quelle voci (che con i giorni mutavano, caricandosi di solitudine, incertezza, passione e rabbia), così ho deciso di creare un piccolo film, lavorando per la prima volta senza una sceneggiatura.
I giorni passavano e io smettevo di essere un osservatore e diventavo un narratore, guidato dalle voci dei miei amici e dei miei ex amanti. Così, quel lockdown così spaventoso e difficile, è diventato l'opportunità di esplorare la condizione umana e di affrontare gli eventi, e il silenzio; un silenzio quasi sempre evaso nel mondo precedente, senza virus.
Sean Lìonadh