Note di regia di "Vite in Fuga"
“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”. (Henry Laborit, “Elogio della fuga”)
La famiglia Caruana fugge. Sceglie la fuga come sopravvivenza. È Inaccettabile per la nostra società. Fuggire equivale nell’immaginario collettivo all’abbandono e alla resa. Ma per la famiglia Caruana la fuga ha il valore della speranza. Speranza di cosa? Di un mondo diverso? di un incontro inaspettato? Di uno sconvolgimento di abitudini? Niente di tutto questo. La speranza per i Caruana è solo di poter presto ritornare alla vita che facevano prima.
Il viaggio. Ogni fuga prevede un viaggio, più o meno lungo, più o meno pericoloso. Il loro viaggio però non sarà solo uno spostamento fisico da un luogo all’altro, sarà anche un viaggio interiore, senza che loro possano opporsi. Il viaggio inaspettato diventerà una rivoluzione interiore. I momenti di crisi possono essere non solo negativi, ma anche l’occasione di osservare la nostra vita dal di fuori, di vedere tutto quello che abbiamo fatto, vissuto, creduto fino a quel momento, da un altro punto di vista.
L’approdo (in un posto sconosciuto). Il prezzo che i Caruana devono pagare, almeno inizialmente, come apprendistato di libertà consiste nella solitudine non soltanto fisica, ma soprattutto mentale. Il seme del dubbio pianta le sue radici in profondità. Chi è mio marito? È giusto seguire i propri genitori se pensiamo che stiano sbagliando? Ho fatto tutto quello che potevo fare prima di decidere che l’unica soluzione fosse fuggire? Queste e altre domande sono quelle che i nostri protagonisti si fanno.
Crisi matrimoniale, scontri generazionali, riscatto sociale, giustizia, tradimento, emancipazione, sono i temi emergono nella paralisi dell’esilio. Nella fuga, questa famiglia coraggiosa, non sarà più quella di prima e si riscoprirà diversa.
La storia è raccontata in prima persona da Silvia (Anna Valle). È lei il punto di vista scelto dagli sceneggiatori. Silvia è una moglie e una madre che ha eletto la zona di comfort della famiglia come modello di vita. Non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe potuta trovare in una vicenda così deflagrante, dai contorni misteriosi, e così minacciosi per sé e per i suoi affetti più cari. I Caruana vivono a Roma, ma la fuga li porterà in un territorio sconosciuto e solo apparentemente ostile perché in realtà sono proprio loro ad essere diffidenti, a temere di essere riconosciuti e ritrovati. Anche io, lavorando a questo progetto, ho vissuto due vite parallele.
Mondi diversi: paesi di montagna, metropoli, natura ostile, freddo e caldo, grigio e giallo. Ho cercato in tutti questi mondi di perdermi e di ritrovarmi, esattamente come facevo accadere ai miei protagonisti. Sono stato vicino ai miei personaggi, li ho accompagnati in un percorso di trasformazione che passando per la disintegrazione di uno status precedente arriva ad una nuova condizione, si spera, più autentica. La verità non ha mai una sola faccia, non è solo quella che possiamo vedere solo con i nostri occhi.
Luca Ribuoli