Note di regia di "Il Giovane Pertini. Combattente per la Liberta'"
Il carteggio da cui è stata tratta la storia del film, inizia nel 1929 e si conclude nel 1943. Le lettere che Sandro Pertini scriveva, già in esilio in Francia, raccontano il suo entusiasmo di fervido socialista. Attraverso i suoi scritti e le sue testimonianze, partecipiamo alla sua avventura di fuggiasco, detenuto e poi confinato politico. I suoi scritti, peraltro molto sofferti, con la madre Maria Muzio, raccontano di alcune amicizie vissute con alcuni dei suoi compagni socialisti (Claudio Treves, Filippo Turati, Adriano Olivetti, Ferruccio Parri) e di un grande amore, per la sua fidanzata Matilde, sacrificato ai quattordici, lunghi anni di prigionia e confino.
Il film ha inizio durante i primi giorni di insediamento come Capo dello Stato, nel Luglio del '78, quando un vento impertinente spalanca la finestra e scompiglia le pagine di un vecchio diario la cui storia comincia in un giorno del 1929, giorno in cui il giovane Sandro viene portato al carcere di Santo Stefano. Attraverso la voice of del nostro protagonista, il film racconta gli episodi più importanti e suggestivi degli anni di prigionia che vanno dal '29 al '43. Il cinema ha il compito di romanzare vicende reali nel pieno rispetto però della loro credibilità storica. Sono nati così, accanto ai personaggi veri come la madre Maria Muzio, la fidanzata Matilde, Antonio Gramsci, altri personaggi, realmente esistiti, ma con dinamiche diverse di narrazione, come l'agente di custodia Antonio Cuttano, spietato e sanguinario carceriere, autore di violenti pestaggi nel carcere di Pianosa.
Al confino si aggiungono altre figure importanti che condividono il destino di Sandro: Beniamino, un cantante napoletano, Otello un ex- carabiniere socialista e Michele, un bambino incontrato a Ventotene, con il quale costruisce un aquilone che si alza nel cielo in una mattina d'estate, il 25 luglio del '43, giorno in cui cade il fascismo.
Infine, in una delle sequenze finali, Sandro saluta e abbraccia Giuseppe Saragat con il quale ha condiviso l'esperienza del carcere e la rocambolesca evasione.
Il film si conclude la sera del 31 Dicembre del 1983, poco prima del discorso augurale di fine anno, quando il Presidente dopo aver rievocato sul filo della memoria gli anni della prigionia, lancia un accorato e commovente appello ai giovani consegnando loro per sempre il suo esempio di “combattente per la libertà”.
Giambattista Assanti