Sinossi *: Luglio 1978, Quirinale.
Da pochi giorni l'Italia ha eletto il suo settimo Presidente.
Nella sala presidenziale, dietro la scrivania, un uomo tenta lentamente di rimettere ordine separando telegrammi di auguri provenienti da tutto il mondo, da quelli strettamente personali. Una folata improvvisa di un vento impertinente spalanca una finestra che sembrava chiusa e scompiglia gran parte delle carte che giacciono sulla scrivania.
La mano dell'uomo tenta di afferrare dei fogli e, quasi casualmente, la mano cade su un vecchio e logoro quaderno, con una copertina unta e ricucita con nastro adesivo...è un suo personale e unico diario di prigionia.
Il presidente ha un sussulto...si toglie gli occhiali e, girando la prima pagina del quaderno, lentamente e con la voce rotta dalla commozione, legge il primo rigo “...29 Dicembre 1929, in navigazione verso l'isola di Santo Stefano …”
Un lungo flash back, dal ‘29 al ‘43, racconta di un uomo, del suo coraggio e della sua battaglia alla ricerca della libertà, attraversando dodici anni della storia dell'Italia fascista, il difficile e tormentato rapporto con la madre Maria e il suo grande amore "sacrificato" per amor di patria Matilde, la donna che gli è stata a fianco negli anni più difficili.
Ma è anche il ritratto di soprusi e angherie che il giovane Sandro Pertini ricevette dai fascisti nelle carceri di Santo Stefano e Pianosa e nei confini di Ponza e Ventotene. Allo stesso tempo è una cronaca in cui al dolore e alla sofferenza si mescolano momenti di una grande e inedita amicizia: quella con Antonio Gramsci, e una serie affollata di volti e nomi di prigionieri politici e confinati che la storia non cancellerà. In quel diario, ritrovato per caso il giorno dopo la sua elezione, si nascondono tasselli di una vita che i libri di storia ufficiali non riportano...
Il Presidente chiude l'ultima pagina ripensando ai momenti più importanti e tormentati della sua giovinezza vissuta passando da una cella all'altra... e ricorda sul filo della memoria i volti che più ha amato... la madre Maria, Matilde, il suo amore abbandonato e mai più ritrovato, e i tanti compagni di prigionia scomparsi...
Un pensiero lo tormenta...è riuscito davvero in tutti questi anni a costruire un paese migliore? Il Presidente rimette gli occhiali poi prende la pipa e fuma...è un modo elegante e discreto di nascondere una lacrima che gli riga il volto.