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CHIARA LUBICH - Il nuovo anno della Rai


Domenica 3 gennaio in prima serata su Rai1 il nuovo film di Giacomo Campiotti con Cristiana Capotondi. L’incontro con la stampa


CHIARA LUBICH - Il nuovo anno della Rai
Cristiana Capotondi è Chiara Lubich, su Rai 1 il 3 gennaio
Il 2021 della Rai si apre con una storia di fede, amore e solidarietà: quella di Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari, movimento laico che ha come fine la fratellanza universale, oggi diffuso in 180 paesi nei cinque continenti. Il film, prodotto da Eliseo Multimedia con Rai Fiction è una nuova sfida per il produttore Luca Barbareschi:

“Nella lunga storia di collaborazione che ormai abbiamo con la Rai, della quale sono orgoglioso partner, molti progetti difficili ci hanno dato grandi risultati, da “Olivetti” a “Mia Martini”, a tantissimi altri. “Chiara Lubich” è stato forse il più difficile, non è un film religioso, è un film che in questo periodo così sofferente per noi diventa una grande metafora di speranza, di coraggio: un gruppo di ragazze che scelgono di credere in un sogno durante la guerra. Paradossalmente i racconti della guerra, io ho avuto una nonna morta in un campo di concentramento, due genitori partigiani, erano pieni di passioni, di amore, non erano racconti tristi e invece in questo periodo di ricchezza c’è tanta tristezza nei giovani, nei ragazzi che è dovuta a una mancanza di motivazione, di aspirazioni. Io spero che questo film venga visto in questa chiave, che la figura di Chiara diventi un simbolo di semplicità e di passione e coraggio, di voglia di riunire le persone, simbolo del focolare. Chiara credo che abbia dentro tutte queste cose perché ha avuto la forza di dialogare con tutte le religioni, perché la dignità sta nel parlare, arricchendosi nel dialogo con gli altri”.

Un ruolo interpretato con grande trasporto dall’attrice Cristiana Capotondi:

“C’è stata un po’ di follia in Giacomo Campiotti, Luca Barbareschi e nella Rai nel raccontare la storia di una donna che potrebbe sembrare circoscritta a un mondo che è quello religioso, invece ciò che speriamo è che questo film possa fare davvero la differenza, mostrando semplicemente Chiara come una donna che ha una visione politica, quella di unione, quella di mettere insieme tutti per raggiungere un obiettivo. Per Chiara Lubich era la fratellanza universale, per noi quotidianamente cercare di stare bene nella società e con le nostre famiglie. Io ho guardato tanti documentari su Chiara Lubich, ho letto le sue biografie, ho cercato di avere una visione di insieme: raccontiamo il 1943 quando Chiara Lubich inizia questo percorso e non sa dove la porterà, c’è la guerra e insieme a un gruppo di amiche si rimbocca le maniche di fronte al dolore e si apre all’aiuto dell’altro. Sono partita dall’idea di una giovane donna alle prese con un dolore enorme, vedere la propria città, Trento, bombardata. In questo momento storico credo che il suo messaggio sia di una forza politica straordinaria”.

“Ho raccontato una storia per tutti non solo per il mondo cattolico e cristiano”, ha spiegato il regista Giacomo Campiotti, “nel rispetto delle differenze, nella ricchezza delle differenze, è stata un’impresa esaltante, questa sceneggiatura (scritta da Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri e dallo stesso regista) è stata la più difficile della mia carriera perché il film correva sul filo del rasoio: o era una boiata pazzesca o aveva la leggerezza e la grazia per poter parlare a tutti. Credo che ci siamo riusciti, abbiamo dato il nostro meglio”.

29/12/2020, 08:33

Caterina Sabato