Note di regia di "Dharma Bums"
La struttura narrativa di DHARMA BUMS si propone di essere spiazzante rispetto ai canoni del genere e del formato stesso di “cortometraggio”: a volte cronologicamente discontinua, pur senza inficiare la comprensione generale, altre volte "intrecciata", con due storie parallele che si completano l'una con l'altra, quasi “dialogando” tra loro. Moltiplicando i punti di vista, frammentando l'azione e destabilizzando i cardini della narrazione lineare, lo spettatore viene introdotto al modo in cui i personaggi percepiscono la realtà: Daisuke, Anna e Eric sono a loro modo personalità “incomplete” e “parziali”, spigolose anime tormentate.
Il cortometraggio ha una fotografia cruda, con uso di macchina a spalla alternata a steadycam. Le inquadrature sono ravvicinate, con numerosi campi stretti, come per mostrare una realtà da cui non si può sfuggire. A questa claustrofobia sono contrapposte le avvolgenti inquadrature del mondo fantasy, in cui tutto scorre lentamente.
Grazie ad una ricerca estetica che tende all’onirico e simbolico, sarà possibile conoscere i protagonisti di Dharma Bums attraverso la suggestione visiva e la moltiplicazione dei punti di vista. Quindi il punto di maggiore interesse e potenziale del progetto risiede proprio nell’unione tra spiritualità ed elementi fantasy.
Francesco Catarinolo