CACTUS INTERNATIONAL CHILDREN’S AND YOUTH
FILM FESTIVAL 1 - Dal 5 maggio
Prenderà il via in 687 classi di tutta Italia, lunedì 3 maggio, la prima edizione del
Cactus International Children’s and Youth Film Festival. La rassegna, organizzata da Long Neck Doc Associazione Culturale, coinvolgerà in tutto 12.576 alunni delle scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado, chiamati a visionare e giudicare i 28 cortometraggi in concorso di cui 11 anteprime italiane, 1 anteprima europea e 1 anteprima internazionale.
Questa fase del festival, che ha come obiettivo la scoperta di storie pensate per l’infanzia e la preadolescenza e la creazione di un bagaglio culturale, artistico e relazionale che sia a misura dei più giovani e delle più giovani, si concluderà il 14 maggio. La premiazione, invece, andrà in scena sabato 5 giugno, alle 20.30 presso il Courmayeur Cinema, con un evento a ingresso gratuito e aperto a tutti, nel pieno rispetto delle vigenti normative per il contenimento della pandemia da Covid-19. In programma ci saranno la proiezione dei film vincitori, la consegna dei riconoscimenti ai registi e la partecipazione di numerosi ospiti. Non mancherà quindi qualche piccola sorpresa per i più piccoli.
“Cactus International Children's and Youth Film Festival è un progetto che si propone di promuovere esperienze di crescita relazionale, culturale ed emotiva attraverso l’incontro con il cinema di qualità”, spiega il Direttore artistico, Alessandro Stevanon. “Il Festival ha un respiro interculturale, con un fine formativo: i film, infatti, sono stati scelti all’interno di un bacino internazionale e utilizzano le immagini cinematografiche come strumento educativo trasversale”.
La decisione di proporre un Festival dedicato ad un pubblico di bambine, bambini e adolescenti nasce dal fatto che questo periodo di pandemia “ha messo a dura prova la centralità dell’infanzia e della preadolescenza nelle relazioni così come nelle espressioni culturali a esse dedicate”, spiega ancora Stevanon. L’obiettivo è quello di consegnare ai bambini e alle bambine una “cassetta degli attrezzi”, di strumenti utili a decodificare il mondo attraverso la fruizione di storie e di racconti audiovisivi. Il progetto vuole anche essere uno strumento per facilitare i processi di socializzazione garantendo attraverso le iniziative proposte il diritto allo svago e agli stimoli culturali e creativi. “Ci sono potenziali giovani spettatrici e spettatori che, un po’ per le nuove forme di intrattenimento online e un po’ per la straordinaria situazione pandemica in cui il mondo intero si è ritrovato, non sono mai stati al cinema: non hanno mai fatto esperienza della visione collettiva, del buio della sala, dell’empatia che nasce nella fruizione condivisa e contemporanea, in cui ci si sorprende a emozionarsi – ridere e commuoversi – assieme a una comunità”.
La parola Cactus, nome e simbolo del festival, non ha traduzione nelle principali lingue internazionali. Così come la parola in sé è subito compresa da un vastissimo pubblico, anche l’immagine, elemento chiave per veicolare il messaggio audiovisivo, conserva la stessa immediatezza di comprensione in tutte le lingue. Inoltre, il Cactus, nell’immaginario collettivo, cresce su terreni avversi e ha bisogno di poco per mantenersi forte e robusto; è formidabile nella capacità di adattamento e, a ben vedere, testardo e tenace nel riuscire a fiorire fin nel deserto. Tutte caratteristiche che, metaforicamente, anche il cinema possiede, generando la stessa sospensione di incredulità e la stessa magia di fruizione in su qualunque terreno, bastano uno schermo e il buio della sala. Non solo. Una delle caratteristiche più straordinarie del cactus, e delle piante in genere, è la riproduzione per talea. Ancora una volta, basta poco affinché una piccola pianta ne generi diverse altre: una radice ma anche una porzione di ramo o, semplicemente, una foglia. Nel terreno adatto e con un po’ di cura, la pianta germinerà. Così anche al cinema e alle storie in generale basta poco per moltiplicarsi e correre lontano: una volta che si è venuti a contatto con il potere evocativo di storie e immagini, non se ne può più fare a meno.
29/04/2021, 10:08