IL DIVIN CODINO - La Passione di Roberto Baggio
Questa volta è il “turno” di
Roberto Baggio interpretato da
Andrea Arcangeli (“Romulus”) nel film Netflix in associazione con Mediaset "
Il Divin Codino" di
Letizia Lamartire (“Saremo giovani e bellissimi”): la vita di uno dei miti del calcio italiano, dal 1985, quando inizia a giocare con il Lanerossi Vicenza prima di approdare in serie A con la Fiorentina, fino a fine carriera nel 2004, una storia costellata da drammatici infortuni, grandi successi ma anche di occasioni mancate come quel “famoso” rigore sbagliato.
Per raccontare in maniera esaustiva una carriera ventennale come quella di Baggio non poteva bastare un lungometraggio di un’ora e mezza, per questo motivo gli sceneggiatori
Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo hanno scelto di concentrarsi su precisi momenti della vita del campione che riguardano in particolar modo il suo amore travagliato con la Nazionale. Una decisione che molto probabilmente non incontrerà il favore dei tifosi che si aspettano forse di ripercorrere tutte le vicende dell’ex calciatore con le varie maglie indossate. Ma un biopic può inquadrare anche solo un momento e riuscire comunque a rappresentare in pieno la personalità del protagonista, ci è riuscita la serie Sky su Totti e ci riesce anche “
Il Divin Codino”. “Te li vinco io i Mondiali con il Brasile” promette più volte il giovane Baggio al padre (
Andrea Pennacchi) spesso troppo duro con il figlio ma fondamentale per spronarlo, e sarà questo il fil rouge del film, un’ossessione, un sogno agognato sin da piccolo.
Dagli esordi in serie A con la Fiorentina, che sceglie di puntare su di lui nonostante un brutto infortunio, il film di Letizia Lamartire ci mostra come Baggio diventa il giocatore più amato, ma spesso anche il più sfortunato. A sostenerlo sempre la famiglia, la moglie Andreina (
Valentina Bellè), il manager Vittorio Petrone, la sua fede buddhista. Sullo sfondo l’Italia degli anni ’90 incollata al televisore durante i mondiali di calcio, rievocata dalla regista nelle atmosfere attraverso l’utilizzo di una betacam, dei video di repertorio, dei successi musicali di quegli anni, da The Smashing Pumpkins agli Oasis, e simulando alcune immagini di celebri partite. Fino al momento “cruciale”, quello del rigore tirato troppo in alto alla finale Italia - Brasile ai Mondiali del 1994; momento diretto come un duello western tra Baggio e il suo destino.
Andrea Arcangeli veste perfettamente i panni del campione non solo per la somiglianza fisica e lo stesso modo di parlare, ma perché riesce a rendere sia la passione sia la dedizione di Baggio per il calcio, un amore che lo ha portato a riprendersi nel corso degli anni da tre terribili infortuni, soffrendo dolori lancinanti e sottoponendosi a estenuanti operazioni, che la riservatezza, la genuinità di uomo “normale” nonostante rimanga tutt’oggi uno dei miti calcistici più amati in Italia, osannato anche all’estero.
La “passione” del
Divin Codino riesce ancora a coinvolgere e a commuovere. Tanti i sogni infranti a sé stesso e ai tifosi che non hanno però mai adombrato il suo talento e la grandezza umana che questo film ritrae al meglio.
23/05/2021, 09:00
Caterina Sabato