ANIMAPHIX 7 - Premio alla carriera a Manfredo Manfredi
Dalla nuova sezione competitiva dedicata ai cortometraggi d'animazione realizzati con la pittura animata - è il primo Festival a livello internazionale a riservare un concorso a questa tecnica -, che gareggiano per il Premio Renato Guttuso, alla retrospettiva che omaggia il pittore e regista
Manfredo Manfredi, a cui si assegnerà il Premio alla carriera. Sono queste le due prime importanti novità della settima edizione di Animaphix, in programma a Bagheria dal 27 luglio al 1 agosto 2021 presso Villa Cattolica – Museo Guttuso, a cui si affiancheranno il consueto programma competitivo, le proiezioni speciali, il focus sul cinema di animazione ceco, incontri con autori, performance live, mostre e video installazioni.
12 film realizzati in pittura animata, in cui i singoli fotogrammi, dipinti artigianalmente, prendono vita in un costante divenire di forme, colori, ombre e luci, fondendosi in una composizione cinematografica di straordinaria bellezza, in gara per il Premio intitolato a Renato Guttuso, uno dei più significativi artisti del Novecento, tra i principali esponenti del neorealismo pittorico, e istituito in collaborazione con gli Archivi Guttuso di Roma e il Museo Guttuso di Bagheria.
Il regista e pittore Manfredo Manfredi sarà invece il protagonista di una speciale retrospettiva che attraversa la sua produzione filmica: dai primi lavori, dove emerge una forte tensione drammatica e un’impostazione neorealista, ai film in cui viene data priorità al mondo interiore e alla ricerca pittorica, fino agli ultimi dove fantasie e ricordi si rincorrono. All'opera del maestro si ispira inoltre Sotterranea, sonorizzazione che prende il titolo dall'omonimo film e firmata da Gianni Gebbia, uno dei più eclettici e sperimentali sassofonisti e compositori palermitani, tra gli esponenti più rilevanti della generazione dei jazzisti nati negli anni '60, nonché dell'improvvisazione e del free jazz in Italia, che darà ufficialmete il via al Festival.
Saranno presentati in anteprima nazionale The Hangman at Home di Michelle e Uri Kranot (Danimarca, 2021), un cortometraggio ispirato all’omonimo poema di Carl Sandburg (1922), che solleva la questione sulla responsabilità delle azioni umane, trasformando lo spettatore in testimone e complice. Dopo aver vinto, nella sua versione in VR, il Gran Premio della Giuria a La Biennale di Venezia (2020) ed essere stato selezionato in numerosi festival internazionali tra cui Cannes XR e il Festival di animazione di Annecy, vince il gran premio al Krakow Film Festival (2021). Crab di Shiva Sadegh Asadi (Iran, 2020) affronta il delicato tema del bullismo. Un ragazzino timido e introverso viene deriso e picchiato dai compagni di scuola perché vorrebbe far parte del gruppo teatrale. L’unico ruolo che gli è concesso è quello di un granchio, che diventerà il suo peggiore incubo. The Other di Arash Akhgari (Canada, 2020) è un corto introspettivo che esplora il tema del perenne dialogo tra l’Io e l’Altro da sé. They Dance With Their Heads di Thomas Corriveau (Canada, 2021) è un’opera totalmente onirica, in cui protagonista è la testa mozzata di un coreografo, prigioniera di un'aquila su un'isola deserta. Love in Time of Tourism di Vessela Dantcheva (Bulgaria, 2020), basato sull’omonima poesia di Petar Tchouhov, è una storia passionale in un vortice di cibo, musica, alcol, lussuria e desiderio. Tra gli italiani spiccano Dreamland di Gianluigi Toccafondo (Italia, 2021), un viaggio nel patrimonio culturale italiano, attraverso le citazioni musicali della Tosca di Giacomo Puccini, le litografie di Giovanni Battista Piranesi e i versi di Pier Paolo Pasolini; Sogni al Campo di Magda Guidi e Mara Cerri (Francia, Italia, 2020), la storia un ragazzo che si confronta con la paura, attraversa una foresta di simboli e memorie della propria vita e ne esce cresciuto.
Quest’anno il Premio alla carriera va a un maestro del cinema di animazione italiano, Manfredo Manfredi (Palermo 1934), regista e pittore siciliano, cresciuto a Roma. A lui si dedica una retrospettiva speciale, che attraversa la sua produzione filmica dai primi lavori, in cui emerge una forte tensione drammatica e un’impostazione neorealista, come in Ballata per un pezzo da novanta (1966), realizzato insieme a Guido Gomas, coraggioso lavoro sulla mafia, dedicato alla figura di Serafina Battaglia, una delle tante vedove della lupara che, contravvenendo alle regole dell’omertà, smaschera i responsabili di un omicidio; K.O., la storia di un doppio fallimento, di uomini al crocevia tra la vita e la morte, tra l’incubo e il sogno; Muro (1970), un film sugli orrori della guerra e sulla responsabilità morale dell’artista che vuole rappresentarla; Rotocalco (1970), appunti di taglio giornalistico su avvenimenti tipici nel mondo degli anni '70, trattate con un linguaggio di immagini serrato, quasi telegrafico: un susseguirsi di flash che danno una visione drammatica, lirica e fantastica di alcuni miti, paure, aspirazioni della nostra società. Appartengono al secondo periodo del regista e pittore i film in cui viene data priorità al mondo interiore e alla ricerca pittorica, come Sotterranea (1973), in cui dal mondo sotterraneo della metropolitana fa scaturire il suo mondo di sogno e Dedalo (1977), in cui racconta la storia di un omicidio immaginato. Quest’ultimo film pluripremiato, ottiene anche una nomination all’Oscar. Saranno proiettati anche Le Città Invisibili (1998), personale rifacimento dell’opera di Calvino, basato sulle cronache immaginarie ed evocative lasciate da Marco Polo sui suoi viaggi e Lo Spirito della Notte (2017), un film di tecniche miste in cui, nello studio dell’artista si rincorrono fantasie e ricordi.
10/06/2021, 09:22