FIGARI FILM FEST 11 - Giuseppe Marco Albano:
"Che bello giudicare i corti"
In giuria nel concorso internazionale al Figari Film Festival 2021 c'è anche il regista Giuseppe Marco Albano.
Come sta andando l'esperienza da giurato?
L'esperienza è molto bella, anche perché con l'occasione torno in Sardegna, ho modo di incontrare colleghi, amici e collaboratori: è bello ritrovarsi tutti qui dopo questo lungo e triste periodo che tutti abbiamo vissuto.
Non è la mia prima volta in questo ruolo, ho già partecipato a tante giurie in vita mia, ma questa volta noi italiani, siamo io e Adriano Valerio, giudichiamo i corti internazionali, e una giuria internazionale giudica i nostrani. E' una bella idea, davvero!
Guardando i corti stranieri: che differenze trovi, in generale, con quelli italiani?
In questo periodo storico di grande trasformazione, che avviene tra l'altro in poco tempo, è tutto nuovo, per tutti: la pandemia, il dover stare chiusi in casa, tanti lavori a metà girati prima del virus, o scritti prima e girati dopo, hanno trasformato tantissimo le storie. Per questo tutto ciò che vediamo è interessante, e prevedo un futuro positivissimo per il cinema e per il racconto audiovisivo.
Abbiamo visto corti da Cina, Lituania, Egitto, Iran, Usa; culture e religioni diverse, una interculturalità totale in cui mi trovo perfettamente a mio agio, è davvero molto bello potersi immergere in tutte queste storie.
E del tuo lavoro da regista cosa possiamo dire?
In questo periodo sto chiudendo un documentario, realizzato con la mia società - Mediterraneo Cinematografica - e con la società di Adriano Pantaleo, Terra Nera.
Ci stiamo lavorando da due anni, è un viaggio nel film cult di Lina Wertmuller, "Io speriamo che me la cavo", trent'anni dopo: che fine hanno fatto quei bambini di 7-8 anni, oggi?
Si chiama "Noi ce la siamo cavata", Adriano Pantaleo era uno di quei bambini ed è sullo schermo il nostro Cicerone. Ora siamo in montaggio, speriamo di mostrarvelo presto.
21/06/2021, 15:47
Carlo Griseri