BOYS - Suonare il rock e (non) restare giovani
Un gruppo rock che ha passato da (molto) tempo il suo periodo d'oro, una circostanza casuale che permette loro di poter tornare in pista, un giornalista che crede ciecamente nelle loro capacità e diventa alleato per la rinascita: sono gli ingredienti base di "
Boys" di
Davide Ferrario (come lo erano anche, per esempio, de "I più grandi di tutti" di Carlo Virzì, commedia ai tempi troppo sottovalutata), girato a Torino lo scorso autunno con un cast solido composto dai quattro "rocker",
Neri Marcoré, Giorgio Tirabassi, Giovanni Storti e Marco Paolini, tutti in grado nel corso delle loro carriere di dimostrare familiarità anche con la musica.
La vita dei Boys è proseguita nel tempo, ma nessuno o quasi si ricorda più di loro e anche loro stessi non sembrano convinti di meritarsi di più: divisi tra il fare i conti con i 60 anni che ormai tutti hanno (e dimostrano) e la voglia di fermare il tempo (con compagne più giovani, con il rock, con ogni possibile distrazione), i quattro saranno costretti a un bilancio vero della propria posizione quando un giovane trapper di successo si dirà interessato a una loro hit.
Girato con una dose abbondante di nostalgia e affidandosi a un cast coeso e in parte, "
Boys" è un progetto classico per impostazione e sviluppo, tra "dramedy" e on the road, un bilancio generazionale e di un'epoca forse non troppo "estivo" ma sicuramente adeguato per l'età media del pubblico che lo vedrà in sala.
Inseguire la gioventù eterna può sfociare nel ridicolo, fermarsi in tempo e vivere la propria età al meglio è il destino che tutti e tutte dovremmo cercare di raggiungere. Con la colonna sonora che si vuole, ma con la consapevolezza che si deve.
28/06/2021, 18:08
Carlo Griseri