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EDERA FILM FESTIVAL 3 - I vincitori


EDERA FILM FESTIVAL 3 - I vincitori
L’Edera Film Festival è terminato ieri, sabato 31 luglio, dopo quattro giorni di immersione nel cinema indipendente prodotto da giovani registi under 35 provenienti da tutto il mondo. In questa terza edizione del festival, il Cinema Edera si è fatto luogo d’incontro e di riscoperta tra cinema e pubblico, dimostrandosi un forte simbolo di resilienza e di ripartenza tanto attesa dopo un anno di restrizioni e chiusure.

La Giuria Tecnica ha decretato i tre film vincitori per ciascuna delle categorie in concorso:
Il Premio per il Miglior Lungometraggio assegnato dalla giuria composta da Thomas Bertacche, Elisa Marchesini e Federico Sartori va a “Pozzis, Samarcanda” di Stefano Giacomuzzi (Italia, 2021) - per la freschezza e il senso di avventura che rappresentano l'essenza stessa del fare cinema, per il coraggio di mettersi in gioco, per esser capace di mantenere la lucidità nel doppio ruolo di regista e spalla del protagonista. “Pozzis, Samarcanda” è in tutto e per tutto un viaggio di iniziazione per l'autore che ci restituisce una meravigliosa umanità, un ritratto cinematografico autentico, lontano da ogni compiacimento.
Menzione speciale a “Nocturnal” di Nathalie Biancheri (Regno Unito, 2019) per aver saputo raccontare l'avvicinamento e la scoperta reciproca di uomo di 35 anni ed un'adolescente e per la capacità di messa in scena e di scelte coraggiose, come ad esempio girare il film in 4/3, sorprendente per un'opera prima e a “Toprak” di Sevgi Hirschhäuser (Turchia, 2020) per la capacità di raccontare una storia d'addio in un luogo dove si diffonde il degrado della vita rurale e per essere riuscita a catturare la poesia dello splendido scenario del villaggio.

Il Premio per il Miglior Documentario assegnato dai giurati Paola Gallo, Livio Meo e Annamaria Sartor a “L’uomo delle chiavi, sulla vecchiaia” di Matteo Sandrini (Italia, 2020) – per la potenza e l’armonia che sprigiona la quotidianità del protagonista. Ci troviamo di fronte, inaspettatamente, ad un vero e proprio inno alla vita perché, anziché trovare un anziano che attende sconsolato che arrivi la morte, troviamo un’anima ricca di una saggezza antica, semplice e allo stesso tempo straordinariamente profonda, trasmettendo un messaggio assolutamente trasversale per tutte le età.
Con menzione speciale ai documentari “La Patente” di Giovanni Gaetani Liseo (Italia, 2019) - per la delicata impresa di osservare e raccontare, con semplicità e profondità, il sogno di un ragazzo conosciuto tra i silenzi e i rumori della natura e di cui si diventa, con il passare dei minuti, affascinati compagni di viaggio e spontanei sostenitori. “La patente” è un’opera preziosa, genuina e capace, fin dalla prima inquadratura, di trasportare con grande naturalezza lo spettatore in un mondo in apparenza così lontano dal nostro vissuto e a “Islam de Cuba” di Marzia Rumi (Italia, 2020) – per avere in sé grande forza e coraggio nel proporre un tema totalmente nuovo e di cui spesso, nell’immediato futuro, risentiremo ancora molto parlare: la ricerca della spiritualità in ambienti che non sono stati storicamente educati a farlo.

Il Premio per il Miglior Cortometraggio assegnato dai giurati Bartolo Ayroldi, Maria Di Razza e Adolfo Valente va a “November 1st” di Charlie Manton (Regno Unito, 2019) per la sua potenza, che coinvolge ed emoziona e non può lasciare indifferenti. La sceneggiatura, perfettamente supportata da una regia rigorosa, essenziale, perfetta in ogni singola inquadratura, riesce a scavare nell’animo dei personaggi con forza e con precisione chirurgica, senza mai cedere alle lusinghe del sentimentalismo.
Con le menzioni speciali ai corti “Sticker” di Georgi M. Unkovski (Macedonia del Nord, 2019), un’opera che mette in luce la disumanizzazione di una società burocratica, corrotta e persecutrice in cui l’individuo non può che soccombere ed è costretto a scegliere tra la responsabilità di cittadino e la responsabilità genitoriale. Una storia senza luogo e senza tempo che Unkovski dipana abilmente sul sottile filo tra il dramma e la commedia, non risultando mai forzato, ma sempre credibile, ottenendo un efficace esito narrativo, e a “Ma Planète” di Valéry Carnoy (Belgio, 2018) per la delicatezza dei toni e per l'originalità della messa in scena, in un’operazione che solo il cinema d'autore - talvolta - riesce a fare.

Trasversali ai premi in concorso troviamo i tre premi speciali, novità dell’edizione 2021:
Al film “Movida” (Italia, 2020) del regista Alessandro Padovani va il Premio Paesaggi che cambiano assegnato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e destinato a un’opera particolarmente significativa per il tema del paesaggio, nel suo continuo evolversi, e per lo sguardo sulla relazione delle persone e delle comunità con i propri luoghi di vita.
Al film “I passi per la vita” (Italia, 2019) del regista Simone Pazienza va il Premio al miglior cortometraggio a tematica sociale del Rotary Club Treviso Terraglio, destinato a un giovane regista che abbia realizzato un film cortometraggio su una rilevante tematica sociale.
Al film “Nocturnal” (Regno Unito, 2019) della regista Nathalie Biancheri viene consegnato il Premio alla miglior regista donna da AIDDA - Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda.

Infine, i Premi della Giuria Popolare: il Miglior Lungometraggio è assegnato a “Nocturnal” di Nathalie Biancheri (Regno Unito, 2019), quello per il Miglior Documentario a “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone (Italia, 2020) e quello per il Miglior Cortometraggio a “Sticker” di Georgi M. Unkovski (Macedonia del Nord, 2019).

01/08/2021, 16:52