Sinossi *: Giuseppe guardava l'orizzonte come si osserva un desiderio, come qualcosa da raggiungere per cercare di essere libero. Fin da bambina sua figlia Alessia, la regista, lo vedeva spesso affacciarsi alla finestra, domandandosi cosa fosse in grado di attirare la sua attenzione in modo così intenso.
Diversi anni dopo, durante un viaggio di ritorno a Napoli, città natale del padre, Alessia si ritrova a osservare nuovamente il padre. Anche questa volta Giuseppe è sempre di profilo e, mentre il paesaggio scorre incorniciato nel finestrino di un treno, il suo sguardo cerca di catturare ogni momento, per fermare quegli attimi e salvarli dallo scorrere veloce del tempo.
Il padre descrive la sua Napoli e la sua infanzia concentrata nel quartiere Vicaria, tra i migranti che affollavano la stazione, Nanninella, Don Mario e il suo amico Napoleone con il quale esplorava la città con due taralli nelle tasche e tanti sogni nella testa. Il racconto di Giuseppe si focalizza anche sul tema della fuga nonché sulla paura dell'ignoto che accomuna gli emigranti italiani del secolo scorso con la valigia di cartone, ai migranti a bordo dei barconi dei giorni nostri.
Mentre il treno divora le rotaie chilometro dopo chilometro, Alessia riesce a capire a cosa pensava e cosa vedeva suo padre quando si affacciava alla finestra: i suoi ricordi. Il ritorno a Napoli si trasforma quindi in un'occasione per raccontare il viaggio di una vita e conoscere le proprie origini.
Perché per quanto lontano possiamo andare, torniamo sempre là, dove tutto è iniziato.
Note:
Si ringrazia la ONG SEA-WATCH per le immagini di archivio. Progetto sviluppato all'interno del PREMIO CESARE ZAVATTINI edizione 2018/19. Con materiale dell’ARCHIVIO AAMOD, ISTITUTO LUCE CINECITTÀ, HOME MOVIES e per concessione della FONDAZIONE CINETECA di BOLOGNA.