Fondazione Fare Cinema
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TORINO UNDERGROUND CINEFEST 8 - "Paolo
Rossi è un supereroe immortale"


TORINO UNDERGROUND CINEFEST 8 -
Paolo Rossi
Lunedi' 6 settembre alle 22.55 all'Ambrosio Cinecafé di Torino per il Torino Underground Cinefest è in programma la proiezione del documentario "Paolo Rossi - A Champion is a Dreamer Who Never Gives Up", diretto da Michela Scolari e Gianluca Fellini. Li abbiamo intervistati.

Come siete entrati nel progetto?
Paolo è arrivato come un regalo nella nostra vita: un amico comune gli aveva suggerito di chiamarmi, lui voleva fare film sul Mondiale dell'82 e sulla sua vita, tre anni fa circa. Ci siamo incontrati a Firenze, io (Michela, NdI) di calcio so veramente poco ma Gianluca per fortuna di più, soprattutto suo padre è un vero esperto!
Di Paolo ci ha colpito subito il suo essere un campione di umanità, all'inizio volevamo intitolare il documentario “Il cuore del campione”. Poi abbiamo cambiato, lui ripete sempre che la sua fortuna è stata la determinazione, non aveva in campo caratteristiche speciali o un fisico speciale, ma non si è mai arreso, neanche un istante.
Con Gianluca lavoriamo insieme da tanto tempo, ci siamo conosciuti quando vivevamo a New York, lui è grande visionario.

Come avete lavorato insieme?
Paolo Rossi è sempre stato entusiasta del progetto, lavorare con lui è stata una delle esperienze più entusiasmanti e divertenti della nostra vita. Abbiamo passato un'estate meravigliosa con la sua famiglia, a scrivere il documentario, un momento incredibilmente divertente e con tanti aneddoti. Era davvero una persona meravigliosa, fatichiamo a usare il passato con lui... La chiave di tutto ciò che c'è di buono nel nostro progetto viene dal clima familiare che si è creato.
Paolo era sempre con noi, è un grandissimo storyteller, aveva un'espressività fanciullesca sempre emozionata, divertita, partecipe: da lì è nata l'idea di fargli un'intervista con un primissimo piano e i dettagli del suo volto, delle mani. Lui doveva essere il narratore di se stesso. L'idea tra l'altro era di proseguire con lui il racconto dell'82 in altri documentari, chissà che non lo si faccia lo stesso... Il film è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione Parada di Bucarest, che sostiene i bambini di strada: Paolo li ha conosciuti tutti, il piccolo Sami che si vede con lui sullo schermo ha anche vissuto con loro a casa, in Toscana.

Nel documentario ci sono anche molti materiali d'archivio.
Non è stato semplice per niente, né reperire i materiali né averli, nonostante il sostegno della FIFA che è partner del progetto e ci ha dato libero accesso ai suoi filmati. Paolo si ricordava tutto e ci consigliava cosa cercare, poi ogni intervistato ci proponeva qualche aggiunta e ci dava i contatti giusti... è stato lungo ma fruttuoso.
Ci sono anche tante interviste a suoi colleghi. Il più difficile da trovare? Maradona! Ma alla fine c'è anche lui, quando meno ci credevamo...

Nel suo racconto ci sono anche i lati meno belli della carriera.
Parlare del Calcioscommesse è stato molto delicato, lui non ha mai smesso di soffrirne, vedere il dolore negli occhi di sua madre, ai tempi, non poteva sopportarlo. Ma è stato felice di parlarne, dopo tutto il tempo trascorso: come dice Carraro nel film, non c'è neanche più da chiedersi se era colpevole o no, ha dimostrato che la luce che ha portato col suo esempio è più grande di tutte le ombre di quell'evento.

E poi, la sua fine improvvisa: come l'avete saputo?
Paolo per noi è uno di quei supereroi che non muoiono mai, come Superman. Lo abbiamo saputo soltanto il giorno stesso, la famiglia ha tenuto tutto riservato, la settimana prima ci eravamo sentiti per un evento da fare su Zoom, non ci ha detto nulla, parlava e scherzava come sempre.

Ora è in arrivo un altro documentario su di lui.
Credo che l'omaggio postumo a un campione sia scontato, ma è positivo che avvenga perché raccontare la sua vita - che è stata un esempio - è sempre prezioso, ne abbiamo bisogno soprattutto in questo periodo difficile.

29/08/2021, 08:57

Carlo Griseri