VENEZIA 78 - "Mondocane" nella Settimana della Critica
Storia di ragazzi. in un futuro distopico, a
Taranto, benestanti e derelitti sono divisi in zone definite, meccanismi e situazioni sembrano desueti. Sembrano, perché mentre l’atmosfera ricorda quella della Fuga da New York di Carpenter, ma anche di Oliver Twist, quello che accade potrebbe accadere oggi come ieri, in una normale città degli anni 20, divisa tra centro ricco e periferia povera.
La banda delle Formiche, capeggiata da Testacalda (
Alessandro Borghi), domina sulla città vecchia con le maniere forti: incendi, furti, omicidi e momenti di sballo collettivo con incursioni nella Taranto nuova, dove sembra che il benessere sia rimasto immutato, poggiato sullo sfruttamento e l’esclusione dei più poveri. Testacalda e la sua banda di ragazzini di strada sono l‘obiettivo di una squadra di poliziotti, con in prima fila l’agente Katia (
Barbara Ronchi) che prova a dar loro la caccia in ogni modo.
Il film di
Alessandro Celli prova a rifare, senza brillare d’originalità, una serie di film di genere che tornano alla mente nella scrittura, nella scena e negli occhi di ogni personaggio. A parte l’ambientazione tarantina, con l’immancabile retorica ambientalista e l’acciaieria fumante di sfondo, "
Mondocane" paga una passione per il cinema che diventa, come spesso accade citazione, e che si trasforma in un freno alla creatività e alla messa in scena di novità. Un ulteriore limite sta nella direzione degli attori, non facilitati certo dalle battute scritte. Anche gli interpreti, con più o meno esperienza, sembrano usare intonazioni, gesti e posture consuete e prevedibili.
Tecnicamente, a parte qualche momento, il film è diretto bene e con una buona fotografia, prodotto al meglio tanto da far pensare a sequel e a serie tv, e intanto uscirà in sala il 3 settembre.
02/09/2021, 14:30
Stefano Amadio