GIORNATE DEGLI AUTORI 18 - Alla ricerca di un posto nel mondo
Le Giornate degli Autori, in questo mercoledì della Mostra, portano in scena il teatro scritto da Maurizio De Giovanni grazie a Alessandro Gassmann, attore tra i più popolari d'Italia e tra i più eclettici del nostro cinema, capace di destreggiarsi nel dramma e nella commedia, nei blockbuster e nei film d'autore e persino i film diretti da registi emergenti, grande merito per attori così affermati. Questa volta è dietro la macchina da presa per il suo terzo lungometraggio di finzione Il silenzio grande, un dramma dal sapore cechoviano evento speciale alle Giornate. Gassmann aveva diretto anche lo spettacolo teatrale.
Poi un autunno parigino raccontato da Dina Amer, la giornalista egiziano-americana tra i produttori associati di The Square, il documentario sulla rivoluzione egiziana, nominato agli Oscar e premiato agli Emmy. Arriva in concorso alle Giornate con il suo primo lungometraggio di finzione Tu me ressemble, la storia di una ragazza magrebina che cerca il proprio posto nel mondo, "una sfida a sollevare quei veli che ci impediscono di vedere noi stessi negli altri" come dice la regista. Spike Lee e Spike Jonze sono tra i produttori associati del film.
Anche Giulia di Ciro De Caro, in programma nelle Notti Veneziane, è la storia di un'adolescente combattuta tra il bisogno di sentirsi amata e una selvaggia voglia di libertà. Questa volta siamo in una torrida estate romana tra personaggi che entrano in crisi quando le loro certezze vengono meno. Una giornata che unisce tre registi capaci di dialogare coi mondi da cui provengono: quello della recitazione, il giornalismo e il mondo della pubblicità (come nel caso di De Caro). E poi il quarto: il Maestro Citto Maselli che, per il suo impegno nella settima arte, nella società e nella politica, riceve il Premio SIAE alla carriera.
Il silenzio grande e Giulia sono due facce della medaglia che è il cinema italiano. Il primo è una grande produzione, con un cast stellare (Margherita Buy, Massimiliano Gallo e Margherita Confalone tra gli altri), un autore della pièce teatrale che è un best seller. Il secondo è un vero esempio cinema indipendente con un cast di giovani promesse come la talentuosa protagonista Rosa Palasciano. Le generazioni e le esigenze dei protagonisti sono diverse ma entrambi questi film raccontano persone che nonostante le loro condizioni di agio cercano disperatamente il senso della vita, vivono drammi intimi che sono universali, almeno in Occidente.
Dall'altra parte c'è il film di Dina Amer (co produzione Egitto, Francia, Stati Uniti) dove emerge il disagio sociale di chi non appartiene a un luogo, a quella società che spinge ai margini. Vengono fuori i traumi culturali e le storie di due sorelle che vivono nella periferia di Parigi. Hasna - la protagonista cerca la propria identità, il gruppo a cui appartenere, in un film "realizzato per andare alle radici del trauma di una donna - dice Dina Amer - Un percorso che attraversa vari livelli di dissociazione, da quello personale e famigliare a quello religioso e coloniale; un caleidoscopio di identità frantumate e sogni infranti".
07/09/2021, 16:46