Note di produzione di "Bosnia Express"
Una produzione italiana per un film profondamente bosniaco. Un tributo e un riconoscimento ad un paese fortemente amato dai suoi autori. Molto è stato detto e scritto sulla Bosnia. E ogni volta è un interesse che si accende mettendo in risalto un nuovo aspetto. In questo caso si tratta di un viaggio in stile documentario che si sviluppa intorno a una pubblicazione di successo, quella di Luca Leone,“Bosnia Express”. Questo diario di viaggio si è appena assicurato la sua parte di mercato in Italia, perché nel tempo, alla società di produzione Il Gigante, non nuova ad imprese nei Balcani, si è aggiunta l’esperienza della Loups Garoux di Marta Bifano e Luce-Cinecittà che ha messo a disposizione l’archivio dei materiali, il supporto alla post-produzione e acquisito i diritti di sfruttamento, diventando così il naturale distributore nazionale. Rai Com si occuperà invece delle vendite e della distribuzione internazionale del film. Dopo la selezione al WEMW il film ha ricevuto il fondo Media per lo sviluppo e successivamente il contributo del MIBAC. Seguendo il filo della storia che gli autori avevano disegnato siamo partiti da Trieste (ricevendo i fondi della FVG Film Commission), porta naturale per“il Vicino Oriente. La conoscenza e l’esperienza degli autori in quell’area, la Bosnia, hanno permesso di raggiungere luoghi e situazioni non comuni e di mostrare il volto inedito e intimo di una terra che ha imparato presto e per necessità a mettersi in posa ad uso delle telecamere straniere. Importante è stato il lavoro e il supporto ricevuto dalla trope bosniaca: il direttore e operatore Armin Karalic, l’aiuto regista Ado Hasanovic, il fonico Kenan Hadzimusic, e il service della Profil2 guidata dal mentore Nenad Dizdarevic. Ma soprattutto il film lo hanno fatto tutti coloro che sono entrati in campo a vario titolo, illuminando le scene più di qualsiasi alba o tramonto, le donne del coro di Tuzla, quelle di Mostar, le ragazze della Scuola di Pedagogia Islamica di Sarajevo, l’artista Nikolina Vukvic, le scrittrici e intellettuali Kanita Focak e Enisa Bukvic. Occorre infine sottolineare l’importanza del montaggio. L’esperienza e la sensibilità della montatrice Paola Traverso che collabora da anni col regista Massimo D’orzi, hanno permesso ancora una volta quel processo di sconfinamento dai canoni del cinema del reale a cui ci hanno abituati, permettendo al film di trovare soluzioni audaci e spiazzanti. Bosnia Express ha un concetto semplice e potente, quello di mettere insieme gli aspetti creativi, quelli del documentario di inchiesta con un approccio visivo proprio del documentario di creazione.