Note di regia di "Nicola. Cozze, Kebab & Coca Cola"
Il culto di San Nicola è variopinto, solenne, chiassoso, meditabondo, immenso. Dalla contemplazione ortodossa, ai chiassosi vicoli di Bari Vecchia, la regione francese della Lorena, le Fiandre, attraverso l’algida Olanda e le luci statunitensi. Lo stile del documentario vuole rispecchiare il meltin pot, le contraddizioni, i colori e il freddo rigore che si contrappongono quando indaghi la storia di un simbolo religioso diventato folklore e simbolo del consumismo. Rimanendo entrambi. Vengo dalla regia di un docufilm, Varichina, in cui ho badato a fondere e confondere la realtà con la fiction. Mi è piaciuto utilizzare le stesse prerogative: tirar dentro i testimoni più autorevoli, svuotandoli della loro prosopopea e, al contrario, conferire strampalata autorevolezza all’uomo della strada e ai suoi ipse dixit. Perché il culto, religioso o folcloristico che sia, cresce e si trasforma attraverso questi passaggi, tra la tradizione scritta e quella tramandata, spesso figlia di un errore di comprensione o di un mentore casuale.
Antonio Palumbo