Note di regia di "Blanca"
L’idea di fondo era quella di raccontare non solo la peculiarità della condizione di un diversamente vedente, ma anche l’interiorità di un personaggio così particolare ed unico come Blanca. La scelta è stata da subito netta e credo coerente. Blanca doveva vivere in un mondo di colore, ed essere lei stessa portatrice di colore in un mondo grigio, veicolo di una nuova energia in un mondo stanco, di luce nel buio. Buio di cui ha imparato negli anni a non avere paura, facendolo diventare anzi un punto di forza: uno spazio interiore solo suo, grazie al quale lei può fare la differenza nelle indagini e nella vita…la sua e quella di chi le sta attorno.
Tutto questo ha influenzato fortemente la dimensione estetica e la regia. Blanca è insieme una ragazza, una bambina e una donna. Ha la forza del supereroe, e insieme la debolezza e l'imperfezione di un antieroe profondamente umano. E anche in questo sta la sua bellezza: quella di chi è passato per una grande prova e l’ha superata, con la fragilità e insieme la speranza di chi sa che c’è ancora molto da conquistare. L’indipendenza, l’amore, la giustizia.
Ho fortemente voluto sposare nei costumi una linea grafica e colorata, contemporanea, street funk. Nei progetti che affronto mi piace molto partire dalla musica. Cosa ascolta Blanca, che frequenza la anima, in che ritmo respira? Mi sono chiesto se fosse possibile coniugare la nostalgia degli anni 70’, delle grandi colonne sonore del genere italiano, con il mondo contemporaneo, rap, street e ho chiesto a chi quella musica già la respirava da tempo. I Calibro 35! Loro hanno dato anima al progetto con le loro geniali intuizioni musicali. A quel punto si trattava solo di dare coerenza, in quel respiro, a tutti gli altri aspetti del personaggio e della serie, ed è stato un bellissimo Viaggio. Insieme a Blanca sono tornato un po’ bambino, alla riscoperta dei valori “primordiali”. Mi sono trovato ad indagare e a raccontare una condizione che abbracci solo quando hai sofferto, quando hai superato una grande sfida e lo sai, ma sai anche che non è finita lì perché la affronti ancora tutti i giorni. Ho voluto raccontare un personaggio che vive al massimo proprio perché consapevole, grazie alla sua storia, che tutto è dono.
Tornare bambini nel caso di Blanca è stato anche tornare a scoprire la bellezza dei colori primari, che ho imparato ad amare. Come una bambina, Blanca vive tutte le emozioni in purezza. Così insieme al mio produttore, Luca Bernabei, e la sua squadra, abbiamo scelto la città di Genova, città che racchiude tanti volti diversi. Perché anche se uno sguardo affrettato potrebbe vederla come una scala di grigi, Genova in realtà riserva grandi sorprese. La costa è abitata da mille colori oltre il mare, con le sue case, le strade e il porto che è tutto ciò che rappresenta simbolicamente la storia dell’uomo. E molto di più: il centro storico nasconde misteri e bellezze inaudite, spesso custodite segretamente. E il grigio dell’asfalto, dei suoi viadotti in ferro, è il modo migliore proprio per mostrare, nel contrasto, il colore.
Mi sono anche divertito a ricreare il mondo sensoriale di Blanca e ciò che le permette di essere unica nel suo lavoro di investigatore, raccontando con una “stanza nera” il modo unico in cui lei vive le sue percezioni, si rapporta allo spazio, al suono…e alle emozioni di chi ha di fronte, che paradossalmente lei è in grado di vedere meglio degli altri.
La serie, infatti, è innovativa perché permette allo spettatore di vivere in prima persona il “punto di vista” della protagonista, aumentato anche dalla tecnica di riproduzione sonora dell’olofonia, utilizzata anche in presa diretta. Blanca “vede” molto meglio di come vediamo noi che siamo distratti dalla vista stessa.
Jan Maria Michelini