Note di regia di "All'Alba Perdero'"
Avevo dodici anni quando mi capitò di leggere nel giornale un piccolo articolo. La notizia riportava la vicenda di un portiere della Juventus, Giancarlo Alessandrelli, riserva di Dino Zoff, che dopo cinque anni di ininterrotta panchina aveva giocato venti minuti in una partita prendendo tre goal. Ritagliai l’articolo e senza capirne il perché lo attaccai alla parete sostituendolo con il poster di un campione dell’epoca (probabilmente era Niki Lauda). Anni dopo mi sono imbattuto in altre imprese di “fuoriclasse della sconfitta”, di atleti che hanno perso ma lo hanno fatto in un modo unico, speciale. In quel momento ho capito la loro grandezza. Sono uomini che si sono rialzati da cadute stratosferiche, da tonfi che avrebbero sotterrato la maggior parte di noi. Le loro storie mi hanno insegnato a vedere il mondo da un’angolazione rovesciata, a chiedermi chi fosse veramente un vincente.
L’idea del film invece mi è venuta per una delusione professionale. Era il 2019 e con Ugo Chiti avevo scritto un film che avrei girato nell’estate di quello stesso anno. Era tutto pronto per partire ma a 48 ore dalle riprese la produzione mi comunicò di non avere più il budget per iniziare. Avevo lavorato a quel film per un anno intero girando l’Italia a provinare centinaia di bambini. Per quel progetto avevo pure rifiutato altre proposte di lavoro e perciò mi trovavo improvvisamente senza niente. Lo sgomento durò un attimo poi lasciò spazio all’autoironia. Tornai a casa e scrissi subito una scena (poi rifinita nel film) dove immaginavo di essere premiato nella notte degli Oscar ma nella categoria Fallito dell’anno. Nacque così, da una sconfitta personale, il mio nuovo film, All’Alba perderò!
Andrea Muzzi