Note di regia di "Laramie, Italia"
Il progetto nasce con l’intento di documentare le prove e la messa in scena dello spettacolo, coinvolgendo i due registi, una delle prime coppie omosessuali a unirsi civilmente in Italia, affinché ci raccontino la funzione sociale e la destinazione del loro lavoro. Dal dialogo con i registi e dalle interviste agli attori, gran parte dei quali attivisti nella lotta per i diritti della comunità Lgbtq+, sono nate riflessioni e domande. Qual è la rilevanza di uno spettacolo di questo tipo in una città come Milano, che ostenta un fervente spirito di inclusione? Come si inserisce in un dibattito contemporaneo in cui la politica, dalla legge Cirinnà al Ddl Zan, sembrava finalmente riconoscere diritti e dignità alla comunità Lgbtq+ per poi fallire miseramente? Quanti e quali volti può assumere la disparità, la prepotenza, il rifiuto? Quali sono ancora oggi le difficoltà che i membri della comunità Lgbtq+ e le loro famiglie affrontano quotidianamente? Tali questioni non toccano solo il teatro. Il progetto, pertanto, si evolve con l’obiettivo di utilizzare Il seme della violenza e i dialoghi dei personaggi dello spettacolo come punto di partenza e filo conduttore di un percorso che si compie ai giorni nostri, qui a Milano e provincia, e ha il desiderio di coinvolgere quante più realtà impegnate nella lotta all’omobitransfobia. Abbiamo contattato associazioni e attivisti, psicologi e operatori scolastici, genitori e membri della comunità Lgbtq+, per indagare i molteplici aspetti, politici e sociali, nei quali oggi un cambiamento è più che necessario. Perché l’informazione e la condivisione di idee e messaggi sono il primo passo verso l’accettazione di noi stessi e dell’altro, del diverso in quanto risorsa, e non limite. Tollerare è ben diverso da accogliere. E l’omobitransfobia non è uno strumento retorico di pochi, ma una realtà che chiama in causa tutti, senza discriminazioni.
Martina Arrigoni