MENTE LOCALE 8 - I vincitori
Con la proiezione del documentario vincitore del Premio Mente Locale. Visione Globale, The Master Brewer di Antti Haase, si è chiusa nella serata di domenica 21 novembre al Teatro Fabbri di Vignola, l’edizione numero otto di Mente locale – Visioni sul territorio, il primo festival italiano dedicato al racconto del territorio attraverso l’audiovisivo, che quest’anno per la prima volta si è svolto in modalità ibrida, in sala tra le colline di Bologna e Modena - Vignola (Mo), Loiano (Bo), Savignano sul Panaro (Mo) e Bazzano (Bo) – e online su docacasa.it, la piattaforma creata dall’associazione D.E-R Documentaristi Emilia-Romagna.
La giuria composta da Marco Cucco, Direttore del Master in Management del Cinema e dell’Audiovisivo dell’Università di Bologna, Loris Lepri, autore e studioso di cinema, Alfonso Maiorana, regista e direttore della fotografia italo-canadese, Enza Negroni, autrice e presidente D.E-R e Silvestro Serra, direttore comunicazione e relazioni istituzionali del Touring Club Italiano, ha assegnato il Premio Mente Locale. Visione Globale del valore di 2000 euro a The Master Brewer di Antti Haase e il Premio Mente Locale. Visione Italiana del valore di 1000 euro a Let's kiss - Franco Grillini Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati. Il premio in denaro di 500 Euro del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano è andato a Two Rivers – Cocoa and Freedom (Dois Riachões – Cacau e Liberdade) dei brasiliani Fellipe Abreu e Patrícia Moll; mentre la menzione speciale del Touring Club Italiano e il premio Sayonara consistente in un contratto di distribuzione di 12 mesi del valore di 2.000 Euro, sono stati assegnati a Quaranta cavalli di Luca Ciriello. Infine, la Menzione Speciale del Segretariato Regionale MiC Emilia Romagna è stata consegnata a Paternicillina – Storia di un regista dimenticato di Marco Berton Scapinello e la Menzione Speciale DAR assegnata da una giuria composta da studenti del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna è andata a Ancora di Jan Stöckel.
Tutti i film vincitori del festival saranno visibili in streaming sulla piattaforma docacasa.it alla pagina https://festivalmentelocale.docacasa.it a partire dalle ore 10.00 del 22 novembre per le 24 ore successive.
Assegnati anche i premi del contest fotografico dedicato ai territori di Grand Tour Emil Banca - Il cuore nel territorio: il premio di 250 Euro per la migliore fotografia è stato consegnato alla foto Street art – Lama di Reno di Namastee mentre il premio di 250 Euro per la fotografia che meglio rappresenta il concetto di sostenibilità dei territori coinvolti è andato alla foto Caseificio Parmigiano di Francesco Malpensi.
Di seguito tutti i film vincitori con le motivazioni.
Premio Mente Locale – Visione Globale a The Master Brewer di Antti Haase – 26’50’’ – Finlandia 2021
Con la seguente motivazione: Grazie a un approccio particolarmente fresco da parte del regista nei confronti del soggetto, che viene così inquadrato da un punto di vista che lo valorizza nella sua dignità, e con uno stile che alterna il fascino delle immagini di repertorio alla suggestione di luoghi di un presente in decadimento, “The Master Brewer” racconta una sorta di guerriglia culturale “godardiana” contro lo stato delle cose. Non a caso, il mastro birraio Leo Andelin appare come un nuovo agente Lemmy Caution, con tanto di trench e occhiali noir, impegnato in una stupefacente lotta multigenerazionale contro il lato oscuro della globalizzazione. Il documentario, che con piglio a volte espressionista e con una narrazione di carattere intimo è in grado di creare un’ondata di poetica giustizia, mostra in modo esemplare come sia stato possibile ridare vita alla coscienza e all’amore per una realtà, un territorio, una tradizione e un prodotto locali oramai dati per spacciati.
Premio Mente Locale – Visione Italiana assegnato a Let’s Kiss – Franco Grillini Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati – 75’ – Italia 2021
Con la seguente motivazione: Let’s Kiss restituisce una storia di vita personale e al contempo pubblica spesa per la conquista dei diritti civili in Italia; una storia talmente radicata in un territorio, in questo caso la città di Bologna, da trasformarne il volto e l’anima fino a renderlo un luogo simbolo di libertà. Privo di retorica ma ricco di umanità, Let’s Kiss è un documentario gentile, necessario e convincente quanto le battaglie del suo protagonista.
Premio Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano a Two Rivers – Cocoa and Freedom (Dois Riachões – Cacau e Liberdade) di Fellipe Abreu, Patrícia Moll – 10’ – Brasile 2021
Con la seguente motivazione: Le bambine cantano sorridendo, scandendo le parole: Organizzazione, produzione e alimentazione mentre una donna orgogliosamente parla di “polvere magica”. Un Frutto, il cacao che diventa veicolo di riscatto sociale e il tramite per preservare la biodiversità di un’intera regione. Ciò che colpisce di questo video non sono solo le immagini con i colori caldi della foresta e dei terreni ma l’enfasi e i sorrisi dei protagonisti che raccontano la loro storia: braccianti sfruttati a cui era persino vietato mangiare il cacao che raccoglievano, fino alla loro “liberazione”. È la natura imparziale che viene in aiuto, da un evento negativo come una malattia delle piante del cacao: la riscossa. Anche i nostri allevatori conoscono bene cosa significa riscattarsi, da mezzadri quali erano, dove la loro unica ricchezza era la forza-lavoro che serviva giusto al sostentamento della propria famiglia, alla possibilità di essere loro detentori della propria terra e del proprio latte per fare il parmigiano reggiano, associandosi poi in cooperative di trasformazione.La produzione del cacao a quanto pare è come il nostro parmigiano reggiano, chi lavora in questo mondo ne rimane sedotto, non si può lasciare, anzi è da questa nuova “sovranità” che cominciano veramente a costruire, creando qualcosa d’importante per migliorare la loro qualità di vita. Nasce una comunità che si struttura prima con infrastrutture come case, scuole e la coltivazione di orti per il proprio sostentamento sia alimentare che economico poi come azienda, lavorando insieme per produrre qualcosa di “suo”, come dice uno dei protagonisti “Il mio Cacao”. Anche la filiera del “nostro parmigiano reggiano” è una collettività che condivide il lavoro, la cultura del “saper fare”; ognuno con il proprio ruolo: coltiva, alleva, trasforma e stagiona. Il loro orizzonte è incredibilmente vasto, è rivolto alla loro regione e al resto del modo: Il rifiuto alla monocultura in difesa della foresta e del cacao tipico della zona, che grazie al processo attento della fermentazione, del rimescolare i semi, della temperatura e dell’essicazione, porta con sé tutti gli aromi e i sapori che si ritrovano in questo eco-sistema, proprio come nell’arte della caseificazione che i nostri Mastri casari compiono tutti i giorni. Un’agricoltura sostenibile per l’ambiente, senza l’utilizzo di prodotti chimici, dove si predilige la qualità alla quantità; Aspetto che noi ritroviamo nei nostri prati stabili, dove si raccoglie quello che spontaneamente offrono, senza lavorarli troppo, con le loro molteplici essenze diverse, caratteristica tipica del foraggio per produrre il parmigiano reggiano. Possiamo dire che questi “due fiumi” sono letteralmente in piena… cominciando a collaborare con un’impresa che sposa appieno il rispetto per la natura e l’ecologia, hanno prodotto cioccolato con il nome della loro associazione e nello stesso tempo hanno avviato laboratori di formazione e, si spera presto, una scuola tecnica di agroecologia. Così lontani e pur così vicini non possiamo che ammirare queste persone con cui condividiamo gli stessi valori e principi. Sono e devono essere fonte di ispirazione per tutti, perché ci insegnano ancora una volta come l’essere umano sappia essere forte nonostante le avversità della vita, dimostrando che si può lavorare la terra senza dover necessariamente sfruttarla e arrivare a danneggiarla, anzi è proprio attraverso il rispetto di quest’ultima che si può creare ulteriore benessere senza tralasciare l’aspetto etico.
Menzione Speciale del Touring Club Italiano a Quaranta cavalli di Luca Ciriello – 10’42’’- Italia 2020
Con la seguente motivazione: Nel breve spazio temporale di 10 minuti o poco più Ciriello riesce a far emergere prepotentemente e a mettere a fuoco con vivacità, spontaneità e garbo, un universo adolescenziale molto curioso che si muove davanti alla macchina da presa con naturalezza da attori provetti. Un mondo per tanti versi simile se non identico a quello di molte altre realtà giovanili urbane ma che acquista una nuova freschezza e originalità, proprio grazie all’ambientazione decisamente eccentrica in cui si svolge: tra i canali e le briccole della laguna veneta di Chioggia. Così il film riesce con efficacia a ridestare l’attenzione e a calarci curiosi su un mondo in ebollizione, in divenire, di adolescenti in formazione, con i sogni, le spavalderie, le bravate, i miti, (piccoli motoscafi anziché motorini) le scommesse sulla pesca di vongole, e la continua necessità quasi fisica di sfidarsi e di affermare una autonomia esistenziale oltre che tecnica. Il gruppo è ancora compatto intorno al suo leader. Unito dalla passione dalla musica e dalle reciproche prese in giro ed è appena sfiorato dalle ancora marginali presenze femminili mentre affiorano speranze e aspettative per il prossimo passaggio: l’età adulta.
Premio Distribuzione Sayonara Film a Quaranta cavalli di Luca Ciriello – 10’42’’- Italia 2020
Con la seguente motivazione: Per essere riuscito ad aprire una finestra su un’esistenza strettamente interconnessa col territorio di chi la abita attraverso una messa in scena dallo stile realistico. Per l’uso di un linguaggio disadorno che ha saputo riportare con sincerità i sogni e le speranze nel futuro attraverso lo sguardo del suo protagonista, abbattendo i comuni stereotipi sull’adolescenza…
Menzione Speciale Mente Locale – Filmare per Bene del Segretariato Regionale MiC Emilia – Romagna a Paternicillina – Storia di un regista dimenticato di Marco Berton Scapinello – 79’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Per aver saputo cogliere con la scelta del linguaggio visivo utilizzato e con il taglio artistico che percorre tutta l’opera, l’essenza stessa della produzione documentaria: mantenere sia la memoria di ciò che è tangibile, sia la traccia dell’assolutamente immateriale, riuscendo allo stesso tempo a tradurle anche in un gesto di valore artistico. Scopriamo così, con questa opera, la figura di Adolfo Baruffi e del suo approccio poetico alle cose. Un racconto privo di retorica, misurato, con i giusti stupori che racconta di come in un lampo egli abbia attraversato il firmamento del genere documentaristico italiano. Lo stesso Baruffi che ha coniato per il genere documentario una cifra narrativa che sembra in parte attingere al proprio profondo mondo interiore e, in parte, pare confrontarsi con il racconto esterno e materico alla Cesare Zavattini, risolvendo in una sorta di documentarismo neorealista generando opere di grande valore la cui sopravvivenza deve essere preservata a vantaggio delle future generazioni proprio attraverso il mezzo audiovisivo.
Menzione Speciale DAR assegnata da una giuria composta da studenti del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna a Ancora di Jan Stöckel – 12’42’’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Il documentario ha la capacità di immergere lo spettatore in una situazione di quotidianità all’interno di un territorio attraverso tradizioni familiari radicate nello stesso. Il luogo protagonista, appunto, viene raccontato tramite dialoghi dialettali, i quali contornano un’atmosfera in bilico tra timori e speranze verso il futuro. La difficoltà dell’essere padre e/o nonno nel capire quale possa essere l’avvenire migliore per un giovane ancora in fase di maturazione. Studiare o lavorare? In “Ancora”, investire nella voglia di un ragazzo nel seguire le orme di un nonno sembra, per un padre, difficile da unire a un normale percorso di formazione di un adolescente al giorno d’oggi. La tematica del luogo viene affrontata attraverso un confronto generazionale, dove sono le persone stesse a definire il territorio.
La foto Street art – Lama di Reno di Namastee vince il PREMIO FOTOCONTEST GRAND TOUR EMIL BANCA 2021 alla foto che meglio rappresenta lo spirito di iniziativa e i territori coinvolti.
Con la seguente motivazione: Il territorio è il luogo dove l’ambiente incontra la storia dell’uomo. Questa foto mette a sintesi diverse livelli di testimonianza: le attività che hanno contraddistinto il territorio, l’abbandono delle unità produttive e il recupero della memoria tramite un intervento di cultura popolare come la street art.
La foto Caseificio Parmigiano di Francesco Malpensi vince il PREMIO FOTOCONTEST GRAND TOUR EMIL BANCA 2021 alla foto che meglio rappresenta il concetto di sostenibilità dei territori coinvolti
Con la seguente motivazione: L’inquadratura produce una “vertigine prospettica” in una foto ben composta e tecnicamente corretta. Il tema è perfettamente centrato perché un territorio risulta sostenibile quando la natura, il lavoro dell’uomo e le sue tradizioni trovano un equilibrio. Nel caso della filiera del Parmigiano Reggiamo questo equilibrio determina il successo di tutto il territorio.
22/11/2021, 14:21