TORINO FILM FESTIVAL 39 - Intervista ad Aleandri e Angiolini
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La notte più lunga dell'anno” di Simone Aleandri è stato presentato fuori concorso in anteprima al Torino Film Festival ed è in uscita al cinema dal 27 gennaio 2022. Nel cast anche Ambra Angiolini.
Simone Aleandri, dopo un solido percorso nel documentario arriva l'opera prima.
«Lo considero un nuovo inizio, in un certo senso. Io racconto storie con le immagini, non cambia il mio approccio che sia un documentario o no: ci sono sempre elementi di realtà, anche in un film di pancia come questo, costruito su un'umanità viscerale. Sapevo dove volevo andare, ma ho anche lasciato che la sceneggiatura mi guidasse un po', non volevo avere il controllo completo di tutto».
Come potremmo presentare il film al pubblico?
«E' ambientato nella notte più lunga dell'anno, come da titolo, quella del solstizio d'inverno. Ci sono quattro storie principali, con personaggi costretti ad affrontare un momento delicato delle loro vite. E' ambientato a Potenza, città che è un piccolo mondo universale, in cui ci si possono rispecchiare tante altre realtà provinciali ma che ha anche una rete di infrastrutture particolare, con molti ponti e sopraelevate, perfette per il mio racconto. Ho scelto di usare due registri diversi: in uno più documentario mostro la città, più staticamente, mentre per i miei personaggi sono più mobile, loro provano a riempire un vuoto».
Ambra Angiolini, cosa l'ha convinta a prendere parte a questo film d'esordio?
«Io cerco sempre disperatamente opere prime a cui partecipare, sono le uniche che ti possono offrire ruoli diversi dal solito, con un po' di rischio. Ne leggo sempre molte, con grande fiducia: non considero però Simone un debuttante, ho grande stima del suo lavoro sui documentari e avrei accettato di recitare per lui in qualsiasi progetto. Ma questo personaggio mi ha permesso anche un lavoro importante su me stessa: ripetendo sempre le stesse cose c'è anche il rischio di spegnersi, ho voluto affrontare questa sfida».
Quali sono gli aspetti del copione che l'hanno convinta maggiormente?
«E' un ruolo che considero come una sorta di “sliding doors” per me, mostra quello che avrei potuto diventare se le cose mi fossero andate diversamente. E' un personaggio che ha fatto delle rinunce, che vive un momento di grande sofferenza. Nel corso di questa notte così lunga, quella del sostizio d'inverno in cui è ambientato il film, troverà finalmente la sua resa dei conti».
Si tratta di un nuovo film corale nella sua carriera: le piace particolarmente?
«Dico spesso che sono “cintura nera” di film corali, dopo anni in cui la televisione mi ha sempre portato a pensare in termini di “io”, amo pensare al “noi”. Non trovo un limite aver fatto meno film come protagonista assoluta, la dimensione del cinema come gruppo è una delle cose che più amo, ho imparato sui set a stare in mezzo agli altri. Quando ho rivisto questo film – saltando le mie parti, non ce l'ho fatta a riguardarmi – ho trovato tutti bravissimi, davvero».
Dopo il Torino film festival come potremo seguirla?
«Tutti i giorni sono in radio, su Capital, e guai a chi me la tocca! Ho cercato a lungo questa possibilità e sono felice che il mio capo, Linus, me l'abbia data: è uno spazio per cui tutte le mattine devo pensare a cosa dire, è molto importante per me. Poi sono tornata finalmente a teatro, che mi mancava come l'aria. Stare sul palco è davvero molto democratico, se non dai il meglio ogni sera può anche andare male, devi dare il massimo ogni volta per conquistare il pubblico, è un bell'esercizio: la gente sta accorrendo in sala, si vede che avevano proprio l'esigenza di tornare agli spettacoli dal vivo».
03/12/2021, 08:27
Carlo Griseri