BARI INTERNATIONAL GENDER FESTIVAL 7 - Dall'11 al 18 dicembre
Un festival alle soglie delle arti. Diventa sempre più fluido BIG | Bari International Gender Festival, manifestazione che da sabato 11 a sabato 18 dicembre presenta nella città di Bari un programma immersivo di prime cinematografiche, performance, incontri con autori e autrici, formati site specific frutto di programmi di residenza, incrociando spazi e comunità differenti nel nome di ‘Alleanze’, parola guida di questa settima edizione. Diretto da Miki Gorizia e Tita Tummillo, il festival presenta una sofisticata selezione di opere, autori e autrici, progetti in grado di estendere il concetto di ‘diversità’ oltre la sfera umana, portando nel capoluogo pugliese i temi caldi del dibattito culturale nell’era post pandemica.
Il festival è promosso e organizzato dalla Cooperativa Sociale AL.I.C.E. (Area Arti Espressive), finanziato da Regione Puglia - Assessorato Cultura, Tutela e Sviluppo delle Imprese Culturali, Turismo, Sviluppo e Impresa Turistica, PiiL e Teatro Pubblico Pugliese, nell’ambito del Fondo speciale per CULTURA e PATRIMONIO CULTURALE (L.R. 40/2016) - art. 15 comma 3 - INVESTIAMO NEL VOSTRO FUTURO della Regione Puglia, con il sostegno del Comune di Bari - Ufficio LGBTQI, Fondazione Apulia Film Commission, con la collaborazione dell’Università degli studi di Bari ‘Aldo Moro’ - dipartimento ForPsiCom e l’Archivio di Genere, Osservatorio Metropolitano per i diritti delle persone con disabilità, Teatri di Bari, Teatro Kismet, Ambasciata Danese e una fitta rete di enti e associazioni.
La manifestazione intreccia linguaggi e formati, dando vita a un ricco palinsesto di appuntamenti che conferma il carattere internazionale dell’evento, con una vocazione - come suggerisce il titolo scelto ad accompagnare l’edizione di quest’anno - volta a favorire nuove prospettive nella pluralità dei punti di vista, attraverso un serrato lavoro di ricerca che scandaglia il campo della sperimentazione artistica.
«La programmazione culturale ed artistica della settima edizione del BIG - spiegano i direttori artistici - estende la rilevanza dei temi sulle diversità, oltre l’umano, sorpassando la prospettiva privilegiata da un punto di vista occidentale, suprematista, abile e bianco ed abbracciando l’urgenza di decolonizzare la storia, le geografie, i saperi per rivolgersi all’intera biodiversità (umana, animale e ambientale) con un orizzonte intersezionale, post-umano, anticoloniale ed anti-specista. La programmazione raccoglierà e approfondirà questi spunti, allargando lo sguardo a tutte quelle opere, performance, musica, lungometraggi di fiction, documentari e cortometraggi, nazionali e internazionali, che istituiranno collegamenti ideali, evidenti o latenti, con questa visione. Si intende lavorare alle fondamenta della manifestazione e delle relative tematiche, ridiscutendo in termini artistici e concettuali, le basi dello stare insieme, in società e nel mondo, e del rapporto con gli altri, nel completo rispetto delle diversità di ognuno. Ma anche ottimizzando nella struttura e nella logistica l’architettura del Festival, grazie a collaborazioni e alleanze con numerose realtà del territorio e dello scenario nazionale e internazionale».
Questa filosofia si rispecchia anche nell’organizzazione di BIG, che racchiude al suo interno differenti sezioni: «Dialoghi», uno spazio dedicato all’approfondimento teorico e all’incontro con accademici ed esperti; «Big Body», dedicata alle arti performative e residenze promosse da BIG Factory; e BIG Festival, cuore pulsante realizzato grazie alle vitali collaborazioni con AncheCinema e MyMovies (che ospiterà online una parte della rassegna filmica nei giorni, con quattro lungometraggi e sette corti, nei giorni successivi al festival in presenza), Spazio13, Teatro Kismet, Officina degli Esordi, Mediateca Regionale Pugliese. Il festival presenta una grande varietà di formati e sperimentazioni, che spaziano dalle visioni in sala, alla performance, dalle conferenze ai talk.
Tra gli ospiti, artisti e artiste italiani e internazionali provenienti dal campo delle arti visive, della performance e del cinema, come Giacomo Citton, Benjamin Kahn, Cherish Menzo, Jacopo Benassi, Lady Maru, Jacopo Miliani, Gianluca Matarrese, Populous, Chiara Zanin e Federica Fabbiani. Novità di questa edizione, lo spazio dedicato alle famiglie e minori, attraverso selezioni di corti e animazioni che introducono con delicatezza i temi delle differenze di genere e orientamenti sessuali (in programma domenica 12). Tra gli spettacoli dal vivo, proiezioni e live set, la sensibilizzazione passa anche attraverso i talk e le conferenze, come “Corpolitik, libera attestazione di non conformità”, in calendario sabato 18, che consolida l'indagine avviata nel 2019 sulle tematiche relative alle rappresentazioni del corpo.
Il festival è anticipato mercoledì 3 dicembre da ‘Dream of a Tiger’, open studio sharing conclusivo della residenza BIG Factory, che vede sulla scena di Spazio13, tra le venue del circuito, Edoardo Mozzanega, astro nascente della performing art italiana.
L’apertura della settima edizione del festival, prevista per sabato 11 dicembre, è affidata a un live set che sfugge alle classificazioni. Si tratta di ‘Brutal Casual Magazine’, un progetto di Lady Maru & Jacopo Benassi, dj producer la prima, artista visivo il secondo. È un concerto imprevedibile di influenze ebm, industrial, synthpunk e noise, che a partire dalle 22.30 inonderà Spazio13 producendo immagini e suoni in tempo reale. A seguire il djset di Irokee e Phieni.
Domenica 12 il cinema d’autore è protagonista della serata ospitata da AncheCinema. Si apre alle 17.30 con una selezione sofisticata e divertente di cortometraggi d’animazione che esplora il mondo del non umano, indicata anche per un pubblico di minori accompagnati e adolescenti. Il programma prevede In Natura di Marcel Barelli, Lachsmänner - Salmoni maschi di Veronica Montaño, Manuela Leuenberger e Joel Hofman, presentato nella sezione Pardi di domani a Locarno nel 2020, e le prime visione nazionali di Vadim on a walk e My galactic twin Galacticon di Sasha Svirsky, dalla Russia. Alle 20 ancora una prima nazionale con Ailey di Jamila Wignot, documentario che ricostruisce la vita e la carriera di Alvin Ailey, artista visionario che trova nella danza la salvezza dalle discriminazioni nell’America post colonialista tra gli anni Trenta e Ottanta. A seguire La Discoteca dell’artista visivo Jacopo Miliani, che racconta un futuro distopico in cui un’autorità non ben identificata proibisce il ballo e il libero sfogo alle emozioni, ed esercita il proprio potere sulle persone trasformandole in rose. Sarà presente in sala il regista. La serata si chiude con la proiezione, alle 21, di A perfectly normal family. Nel film la regista Malou Reymann mette in scena una storia familiare che vede Emma, adolescente di undici anni, alle prese con la decisione del padre di diventare donna. Mentre tutto cambia, padre e figlia si trovano a lottare per mantenere l’amore che nutrono l’una verso l’altra.
Lunedì 13 il festival presenta l’esito del programma di residenza Big Factory. Si intitola ‘Mefistofele: Virging’ lo spettacolo di e con Giacomo Citton, performer dalla carriera internazionale. Nella sua pratica abbraccia approcci multidisciplinari nella creazione di opere ispirate al contesto sociale e politico. Nella performance che presenta a Spazio13 a partire dalle 21, mette in scena diverse strategie, personificando tre allegorie: lo stato delle apparenze, delle normative, figlio del patriarcato e del genere; Mefistofele, un essere trascendentale e al contempo il trickster di junghiana memoria, che abita un corpo liminale, sempre trasformato, non definitivo; il Sé personale, l’essere più intimo, queer, unico personaggio a parlare, a sé stesso e al pubblico.
Martedì 14 Big Festival fa tappa alle 21 al Teatro Kismet per ‘Sorry, But I Feel Slightly Disidentified…’, prima performance di una trilogia dedicata ai temi del corpo e degli stereotipi da Benjamin Kahn, drammaturgo che vanta prestigiose collaborazioni con Saire, Vandewalles, Beutler e Sciaronni. Nello spettacolo l’artista ripercorre modelli legati a genere e rappresentazioni, ai concetti di esotismo e erotismo, che conducono a una questione strettamente politica: quella dei confini, reali, sociali ed emozionali. Sul palco, Cherish Menzo, artista e performer surinamese, guidata dalla ricerca delle possibili e differenti interazioni tra pubblico e performer.
Mercoledì 15 la Mediateca Regionale Pugliese accoglie alle 16.30 gli spettatori per la visione di un grande cult del regista Luchino Visconti: Morte a Venezia. Il film, ambientato a Venezia nei primi del Novecento, narra la storia del compositore Gustav von Aschenbach che si innamora perdutamente di un giovane Tadzio, frequentatore della spiaggia e dell’hotel in cui soggiorna il protagonista. La sua visione si collega idealmente a quella de Il ragazzo più bello del mondo di Kristina Lindström e Kristian Petri previsto per le 20: il documentario ripercorre infatti la vita e la carriera di Björn Andrésen, attore svedese noto nel mondo del cinema italiano soprattutto per l'interpretazione di Tadzio. Il film è una prima italiana. Ancora buio in sala alle 22 per Love, spell and all that, di Ümit Ünal, che racconta la storia d’amore contrastata tra Eren, figlia di un potente parlamentare del governo turco, e Reyhan, figlia del custode della casa estiva del politico. Quando la famiglia di Eren scopre la loro storia, le ragazze sono costrette a separarsi. Il film inizia quando, dopo 20 anni, Eren torna sull’isola.
La serata di giovedì 16 si apre alle 20 da AncheCinema con una prima visione per l’Italia, Blastogenesis X di Conrad Veit e Charlotte Maria Kätzl. Presentato alla Berlinale 2021, il film immagina un paesaggio utopico e marziano dove tutte le forme di vita e di qualsiasi genere hanno pari dignità. Creature fantastiche sfidano la classificazione binaria di maschile e femminile e la divisione tra umano e animale attraverso gli stessi cicli vitali. Si prosegue con la visione de La nave del Olvido di Nicol Ruiz Benavides, inno potente e liberatorio al coraggio di cambiare e di rimettersi sempre in discussione, contro ogni tabù e pregiudizio, e alle 22 con Escaping the fragile planet di Thanasis Tsimpinis: in uno scenario post-apocalittico, mentre il mondo cade a pezzi e le strade della città sono vuote e l’aria non è più respirabile, due ragazzi, trasgredendo al confinamento, hanno un incontro clandestino inaspettato che, nella devastazione del contesto, lascia ancora intravedere uno spiraglio di possibilità di rinascita e tenerezza. La serata si chiude con Bare di Aleksandr M. Vinogradov: il documentario, presentato all'Hotdocs Canada e Doc NYC, ricostruisce i retroscena della preparazione dello spettacolo Anima Ardens del coreografo Thierry Smiths. Partendo dall’affermazione che “l’ultimo territorio in cui poter essere davvero se stessi ed ottenere la piena libertà è il nostro stesso corpo”, il coreografo belga decostruisce l’idea di una mascolinità tossica mettendo a nudo il corpo maschile nella sua idealità e rivelandone fragilità, goliardia, pudori, spettacolarità.
La presentazione del libro Architetture del desiderio. Il cinema di Cèline Sciamma apre la programmazione di venerdì 17, penultima giornata del festival. Alll’Officina degli Esordi, alle 18, le curatrici del volume Chiara Zanin e Federica Fabbiani si confrontano con Francesca R. Recchia Luciani, docente di Storia della filosofia contemporanea all’Università di Bari, sui temi ricorrenti della filmografia di Sciamma. Alle 22 la serata prosegue a Spazio13 con una immersione musicale nelle selezioni e negli immaginari di Enrico Palazzo aka Versus, il BOYREBECCA live concert e Barbara Laneve aka Laneige.
A concludere il BIG, sabato 18, un ricco programma di attività. Appuntamento alle 18 all’AncheCinema per la visione di Théo et les métamorphoses di Damien Odoul, incentrato sulla storia di Théo, un ragazzo con la sindrome di Down, e suo padre. A seguire la conferenza dibattito “Corpolitik, libera attestazione di non conformità”: a partire dagli spunti offerti dal film si riflette sul concetto di corpo politico, sulla sua rappresentazione e sulla sua cifra sovversiva degli schemi abilisti e discriminatori in genere. L’incontro è a cura di Valentina Tafuni, specialista in tutela internazionale dei diritti umani e attivista per i diritti delle persone con disabilità, e Claudia Attimonelli, docente di Semiologia del Cinema e dell’Audiovisivo; in collaborazione con l’Osservatorio Metropolitano per i diritti delle persone con disabilità, Università Aldo Moro di Bari - Dipartimento ForPsiCom Scienza della Formazione, Psicologia e Comunicazione. Alle 20.30 pitch su sex toys ed erotismo con Amami giocando, associazione che si occupa di educazione e informazione alla sessualità, e Sexjujube, e-commerce di sex toys creato dalla start up You&Me Hot S.r.l. C’è attesa per la prima italiana di Tender di Felicia Pride, attivista statunitense, in programma alle 21.15, e per La dernière séance – a seguire –, il film di Gianluca Matarrese premiato del Queer Lion all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2021. Film intimo e potente, racconta la storia di Bernard, alle prese con un trasloco, che il regista ha conosciuto su un sito di incontri, e di cui mostra il corpo e la psicologia nella dinamica master/slave sadomaso. Il regista sarà presente in sala.
La chiusura del festival è affidata a Sasha Mannish e Populous per il closing party della settima edizione.
05/12/2021, 14:30