CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE - Adeguarsi ai tempi
È Natale e chi arriva?
Babbo Natale. Anche al cinema, come dalla canna di un camino, piomba il primo film della stagione, anzi il secondo dopo quello autunnale con Giallini e Proietti, che ci propone le avventure di San Nicola, detto Babbo Natale, e della difficoltà a rimanere al passo con i tempi e le esigenze dei bambini. Dalle renne al jet, dai trenini allo smartphone, ma soprattutto dalla grinta di un anziano e panciuto signore fino alla stanchezza dello stesso identico anziano e panciuto signore sempre più distante dalla realtà.
Nel film di
Alessandro Siani sembra che gli elementi siano legati da un filo invisibile, ma così invisibile da non riuscire a legare quasi nulla. E dunque un ladruncolo napoletano, detto Il Re dei pacchi, che opera in trasferta nella Capitale in associazione con un bambino che gli fa da complice, viene scelto non si capisce bene in base a cosa, per far fallire le imprese di Babbo Natale in favore di una multinazionale che consegna i regali a pagamento. Ovviamente, dopo un’iniziale caduta, ci sarà la risalita che porterà fino alla classica consegna natalizia con tanto di slitta e vestito rosso.
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Chi ha incastrato Babbo Natale" appare poco curato nello sviluppo della sceneggiatura, dimentico delle competenze e delle esigenze che ormai anche i bambini hanno in campo audiovisivo. Siani, a parte i continui giochi di parole in dialetto, sembra sempre sopra le righe, interprete di una tensione non giustificata dagli eventi. Il suo
Genny Catalano raramente dialoga con gli altri personaggi, preferendo pontificare su ogni argomento e mettendosi al centro di ogni scena e situazione: il ladro napoletano, eroe arguto e popolare, ne sa più di tutti gli altri messi insieme, tanto da convincere il buon Babbo Natale ad adeguare il suo carattere leggendario verso quello furbetto e smaliziato in linea con "i tempi che corrono".
10/12/2021, 09:42
Natalia Giunti