DIABOLIK - L'amore tra il Re e al Regina del terrore
“O seguo il mio cuore e mi fido, o seguo la mia testa e ti uccido”, così nasce la storia d’amore tra
Diabolik ed Eva Kant, un rapporto passionale e proibito quello tra il Re del Terrore e l’affascinante ereditiera. "
Diabolik", l’attesissimo nuovo film dei Manetti Bros., trasposizione del fumetto creato dalle sorelle Giussani edito da Astorina, è tratto dal terzo numero della collana: “L’arresto di Diabolik”.
A
Clerville, negli anni ’60 il temibile ladro Diabolik semina il terrore, nessuno conosce la sua identità, i suoi colpi vanno sempre a buon fine e l’ispettore
Ginko e la sua squadra brancolano nel buio. Intanto il criminale ha messo gli occhi sul famoso diamante rosa dell’ereditiera Lady Kant tornata da poco in città. Nemmeno lui di fronte alla donna riesce a rimanere indifferente e tra i due scoppia la passione e un sodalizio che li vedrà protagonisti di tante avventure.
I
Manetti Bros. scelgono di non rischiare e per chi si aspetta per questa trasposizione cinematografica colpi di scena e trovate accattivanti alle quali i registi ci hanno abituati rimarrà deluso. “Diabolik” è un bel film “classico” che ricorda nelle atmosfere i numerosi poliziotteschi italiani, che in alcune scene omaggia maestri del cinema come Alfred Hitchcock e che si concentra in particolar modo sulla nascita del rapporto tra Diabolik e Eva Kant, con poche scene d’azione, come quella del prologo nel quale vediamo l’ispettore Ginko alle calcagna dell’incorreggibile ladro.
I Manetti Bros. dirigono un film che rimane fedele al fumetto in tutto: nelle inquadrature, molte delle quali riproducono di pari passo alcune tavole, nei dialoghi intrisi di qualche “spiegone” di troppo e nelle dinamiche tra i protagonisti i quali comportamenti sono volutamente accentuati.
Miriam Leone è la perfetta Eva Kant, una femme fatale sensuale e scaltra, amante del pericolo, e anche
Valerio Mastrandrea nei panni dell’ispettore Ginko riesce a rendere al meglio la sua caparbietà e l’ossessione per Diabolik. Chi non convince del tutto è proprio
Luca Marinelli, un interprete sempre sensibile e talentuoso, che nel ruolo di Diabolik però non riesce a esprimere in pieno la sua enigmaticità, il fascino oscuro di questo personaggio.
Molto accurate le ambientazioni dell’immaginaria Clerville e gli interni e i costumi anni ’60 e anche gli ingegnosi “trucchetti” di Diabolik utilizzati durante le sue rapine e a bordo della sua Jaguar E- Type dotata di particolari e pericolosi “optional”. La colonna sonora firmata da
Pivio & Aldo De Scalzi commenta con coerenza le scene salienti del film, un sound tipico dei polizieschi italiani anni ’70, della quale fanno parte anche le belle canzoni composte e cantate da
Manuel Agnelli “La profondità degli abissi” e “Pam Pum Pam” che aprono e chiudono il film.
14/12/2021, 11:07
Caterina Sabato