Note di regia di "La Sposa"
Ho accettato con piacere di dirigere “La Sposa” perché le tematiche nascoste dietro al plot principale, ambientato negli anni ‘60, mi sono sembrate molto interessanti per gli evidenti rimandi al nostro presente.
Il film è ambientato nella Terra, e racconta il legame antico e imprescindibile che l’uomo ha con essa. Fatto di gioie e fatiche, in un delicato equilibrio fondato sul rispetto. E la nostra Maria capisce, e lotta per questo rispetto quando, in nome del progresso e del profitto, ha inizio l’avvelenamento della terra, di cui oggi paghiamo sempre più le terribili conseguenze. Maria sente quel cordone ombelicale profondo e sacro che ci lega con la Natura e per non tradirlo rinuncia ai facili guadagni che le vengono offerti.
Ho cercato di raccontare al meglio questo mondo rurale che ho avuto la fortuna di conoscere.
Ho chiesto aiuto ai miei attori. Insieme abbiamo faticato, sudato, lavorato in mezzo al fango e agli animali, sotto il sole o sotto la pioggia, e alla fine ritengo che abbiamo regalato a Maria, Vittorio, Italo, Antonio, una verità. Sono personaggi reali, molto fisici, “materici” ma capaci anche di comunicare una forza simbolica, antica, archetipa: il Paron… La sposa…
Mi piace molto la visione della donna che presenta la nostra serie.
Maria inizialmente appare il carattere più debole, è l’agnello sacrificale predestinato in un mondo gretto e maschilista. Ma alla fine della storia… risulta lei essere la più forte!
Ho lavorato con grande piacere e armonia con Serena per trasmettere questa forza.
L’abbiamo raccontata scena dopo scena nel modo in cui Maria reagisce alle prove che la vita le mette di fronte. Una sorta di “accettazione attiva”… oggi si direbbe resilienza. La sua grande dignità, quasi regale, non è mai scalfita dalla violenza e stupidità degli errori altrui a cui Maria non risponde mai con muro contro muro. Ma non ha nessuna intenzione di subire! Senza fretta, consapevole della sua forza femminile, passo dopo passo, scena dopo scena, dolce e tenace, Maria conquista tutti, prima Paolino poi i contadini, i paesani, le donne e anche Italo e Vittorio. E li migliora. Una strategia profonda e vincente, che ricorda i principi della nonviolenza di Gandhi.
Dicevo quanto sia stato facile lavorare con Serena… perché lei, dolce e forte, davvero assomiglia a Maria.
Così come Maurizio Donadoni assomiglia a Vittorio e, in qualche modo, anche Giorgio Marchesi assomiglia a Italo. Nel senso che ho cercato di far “recitare” il meno possibile i miei attori (con cui avevo già lavorato in Braccialetti Rossi), guidandoli a trovare i loro punti di incontro naturali con i loro personaggi. È stato anche un piacere lavorare con Mario Sgueglia. Con lui abbiamo raccontato Antonio (l’Antagonista) cercando di seguire la sua verità senza giudizio, stupendoci di quanto un sentimento d’amore sincero ma inconsapevole possa, in un secondo, trasformarsi in qualcosa di tremendo. Proprio come purtroppo accade oggi, ogni giorno.
Voglio ringraziare la Rai e Endemol Shine Italy per la fiducia e il sostegno in questa bella sfida che abbiamo fatto insieme e vorrei ricordare i miei grandi collaboratori del cast tecnico che hanno regalato a questo film molto di più che la loro pur grande professionalità.
Giacomo Campiotti