Note di regia di "Ghiaccio"
Il nostro approccio al film ruota intorno ad un concetto universale: l’amore. L’amore inteso in tutte le sue declinazioni: l’amore per una donna, per una mamma, per uno sport, per i figli. Un concetto che si espande e collima con quello dell’amicizia. Il nostro messaggio di speranza e di rivalsa nei confronti della vita che spesso è difficile, complicata e ingiusta è affidato ai due protagonisti che cercano in modi diversi di aiutarsi, di darsi, di mettersi in discussione, di rischiare tutto. Abbiamo cercato di restituire un’immagine cruda con colori incisi e severi di quella realtà di periferia di cui molti parlano ma che in pochi conoscono. Di quelle origini difficili che spesso ci confondono: ci pongono dalla parte del bene o del male? Dei buoni o dei cattivi? L’epoca, gli anni ‘90, è stata segnata da molti fatti personali che ci hanno consentito di raccontare questa storia con coscienza e cognizione di causa, senza mai perdere di vista il nobile obiettivo di “farcela”, di “provarci”, di “lottare”. Perché se c’è una cosa che nella vita non si deve mai perdere è la speranza , anche quando tutto sembra perduto. Speranza che spesso riesce a fondersi con la libertà, o con la voglia di ottenerla. Speranza che diventa motivazione. I guerrieri veri possono anche perdere, ma dalle loro sconfitte imparano. E risorgono.
Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis