ANTROPOPHAGUS II - Il Sequel del cult di Joe D'amato
Un Bunker. È lo scenario che il regista
Dario Germani - autore di Lettera H (2019), thriller ispirato agli omicidi del Mostro di Firenze - e lo sceneggiatore
Lorenzo De Luca hanno immaginato per "
Antropophagus II", sequel dello splatter cult diretto nel 1980 da
Joe D’Amato, alias Aristide Maccesi.
Quella che doveva essere una gita entusiasmante di qualche giorno, si trasforma presto in un incubo senza fine: le protagoniste vengono accompagnate nel cuore del bunker dal custode, un feroce antropofago intenzionato ad intrappolare le ragazze in un vortice di sangue, terrore e morte.
"
Antropophagus II nasce da un’intuizione dei produttori
Gianni Paolucci e Franco Gaudenzi, quest’ultimo già produttore di Antropophagus e di altre numerose pellicole dirette da Joe D’Amato” - ha dichiarato Dario Germani, intervenuto all’anteprima nazionale del film al Nuovo Cinema Aquila di Roma - “Paolucci per me è un padre artistico, lo ringrazio molto per la fiducia. Ci tengo inoltre a ringraziare tutti i professionisti che hanno contribuito a realizzare il progetto”.
I primi istanti del film non si concedono ad ambientazioni, immergono subito lo spettatore dentro l’immaginario splatter e cannibalesco, con un forte richiamo a una celebre scena del film di Joe D’Amato: un mostro antropofago che si nutre di un feto, visione che scandalizzò pubblico e critica negli anni ottanta.
Gli ambienti sono molto distanti dal primo film, come racconta Dario Germani, il quale oltre a ricoprire il ruolo di regista ha diretto la fotografia: “Secondo me la vera forza del primo Antropophagus risiede nella scelta di girare un film horror quasi completamente alla luce del sole, quindi la cosa più sensata da fare per il sequel era allontanarsi dalla storia di quell’antropofago sviluppando il tutto al buio”.
Il bunker scelto per le riprese del film si trova a Soratte, Sant’Oreste (RM), costruito ai tempi della Prima Guerra Mondiale.
Le nove protagoniste sono molto diverse tra loro. La caratterizzazione dei personaggi evidenzia il loro dissimile status sociale e l’incogruenza dei caratteri
rende difficile la collaborazione all’interno del bunker nei momenti di estrema difficoltà. Le ragazze sono costrette a scendere nel profondo per discutere con il terrore, mentre sono rinchiuse dentro luoghi macabri ed ermetici che non lasciano passare nemmeno un filo di speranza. Del mostro antropofago si scopre nel finale un lato in grado di donargli un profilo psicologico, collocandolo nello spazio e nel tempo degli esseri umani.
Gli effetti speciali a cura di
David Bracci, proveniente dai set di
Dario Argento, sono senza alcun dubbio la componente molto riuscita del film. Le scene di cannibalismo, tra artifici macabri e pura violenza, hanno un’ottima dose di verosimiglianza, capace di impressionare il pubblico del cannibal movie sempre in cerca di emozioni forti.
28/03/2022, 17:11
Alessio Garzina