Note di regia de "Le Fate Ignoranti - La Serie"
L’idea di trarre una Serie dal film Le Fate Ignoranti è stata di Tilde Corsi. Quando me ne ha parlato la prima volta, più di due anni fa, non ne ero convinto. Poi però Gianni Romoli mi ha fatto notare che la nostra storia in versione ‘seriale’ ci avrebbe p ermesso di raccontare quello che nel film era appena accennato: tutto il ‘prima’ e cioè la storia tra Massimo e Michele, che nel film era solo un preambolo. Inoltre, potevamo approfondire le storie di tutti quei personaggi che animano la casa di Michele, c he nel film erano appena tratteggiati. Ne abbiamo eliminato qualcuno e ne abbiamo inseriti alcuni completamente nuovi rispetto al film, come ad esempio la coppia formata da Annamaria e Roberta. Il Soggetto principale della Serie è lo stesso del Film, ma co n delle differenze. Innanzitutto, il film era tutto raccontato dal punto di vista di Antonia e lo spettatore scopriva insieme a lei un mondo nuovo, trasgressivo ma accogliente e non giudicante che la apriva al superamento del lutto e al cambiamento. Nella Serie invece i punti di vista sono molteplici, tutti i personaggi partono insieme. Nel 2001 c’era un desiderio di apertura, di voglia di cambiare punti di vista, di sperimentare nuove conoscenze e la nostra storia si collocava perfettamente in quel clima. Ora la stessa storia, venti anni dopo, si ritrova collocata in un momento molto diverso, di ripiegamento in se stessi e chiusura verso l’altro da sé. Il mondo delle Fate ignoranti che allora sembrava un allegro invito alla diversità e alla novità ora invec e è una zattera in difesa, pronta a resistere ai nuovi venti di restaurazione che soffiano, più o meno espliciti, nel mondo.
Ferzan Ozpetek