L'ANGELO DEI MURI - Il vecchio e la bambina
In un fatiscente palazzo di Trieste, in un vecchio appartamento, vive Pietro, un anziano abbandonato a sé stesso e ai suoi ricordi, suoi unici compagni sono un canarino e gli oggetti impolverati di una vita ormai passata. Incombe su di lui un’ordinanza di sfratto alla quale reagisce con un piano ben congeniato per continuare a vivere nella sua casa: costruisce un muro in fondo al corridoio, un vero e proprio nascondiglio verticale dietro cui sparire e osservare al sicuro i movimenti altrui. Il nuovo proprietario, ignaro di tutto, affitta l’appartamento a una madre e alla sua bambina che comincia a percepire la presenza di Pietro dietro il muro della sua cameretta.
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L’angelo dei muri" è “claustrofobico”, che mette lo spettatore a stretto contatto con il protagonista che si muove in uno spazio ristretto per tutta la durata del film, a parte le brevi “evasioni” che Pietro si concede quando l’appartamento rimane vuoto. Pierre Richard non dice mai una parola ma grazie alla sua straordinaria mimica comunica tutte le sensazioni e gli stati d’animo che il protagonista prova, dallo sconforto alla paura, dalla malinconia alla tenerezza verso quella bambina che è capace di sentirlo, e che capisce che c’è un angelo custode in casa, pronto a difenderla da ogni pericolo.
Lorenzo Bianchini, che ha scritto la sceneggiatura insieme a
Michela Bianchini e Fabrizio Bozzetti, nel corso della sua carriera si è dedicato ampiamente all’horror e al thriller, e sembra aver portato in questo suo nuovo lavoro alcuni elementi di questi generi, la storia, infatti, in una suspense continua mostra il protagonista non solo imprigionato in un nascondiglio, quasi murato vivo, ma in un passato traumatico che emerge gradualmente attraverso dei flashback. Una fiaba nera, dunque, dove la paura e l’incubo sono nella mente di Pietro, mentre il suo presente è rischiarato, pur nel buio del suo antro, nel rapporto speciale con la piccola inquilina. L’atmosfera è a tratti inquietante, coadiuvata dalla bella fotografia di
Peter Zeitlinger, dalle musiche originali di
Vanessa Donelly e dalla scenografia dello stesso regista che richiama alla mente le tante case maledette dei film horror.
Se tanti risvolti possono sembrare inizialmente incoerenti, lo svelamento finale porterà ordine a una storia di poche parole, ma avvincente e profondamente delicata nel raccontare una tragedia insostenibile.
09/06/2022, 10:22
Caterina Sabato