Note di regia de "Il Paese delle Persone Integre"
Nel 2015 ho realizzato un primo lavoro che raccontava l’insurrezione popolare e la successiva transizione. Un documentario per la TV con lo stile classico del reportage. Quel lavoro aveva un approccio “oggettivo” sui fatti e non era guidato dai personaggi ma dagli accadimenti e, attraverso una voce off, da una riflessione sugli stessi. Ho parallelamente seguito e filmato nei successivi 5 anni quattro personaggi che sono al centro del film. Il film ha il mio punto di vista e quello di quattro personaggi, incontrati durante la manifestazione e seguiti successivamente nella loro vita quotidiana. Al mio racconto in prima persona si sostituisce man mano il loro racconto, in una progressiva dissolvenza di voci. L'intenzione è quella di unire una visione esterna ed estranea delle grandi questioni alla base delle ingiustizie economiche e sociali che causano l’emigrazione africana, la mia appunto, ad una interna, personale ed intima, di persone che attraversano la storia spesso senza avere voce in capitolo, anche solo per essere visti come persone, non come numeri e dati. Mi sono posto prima come “strumento” della narrazione e poi come “ascoltatore” interessato, cercando se possibile di sfuggire allo stereotipo e di raccontare quell’Africa che sfugge sapientemente alle narrazioni mainstream e che, se mostrata, potrebbe essere la chiave di volta di un vero cambiamento storico. Un tentativo ambizioso e necessario che il film intraprende con coscienza dei propri limiti ma anche con la necessaria sfrontatezza e incoscienza.