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Note di regia di "La Timidezza delle Chiome"


Note di regia di
Durante la realizzazione de La timidezza delle chiome, io e i capi reparto del film abbiamo frequentato Benjamin e Joshua in modo costante per cinque anni. I gemelli sono diventati per noi come membri di una famiglia allargata.
Dall’affetto che nutro nei loro confronti è nata l’esigenza di realizzare un documentario character driven, capace di raccontare il loro difficile periodo di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta. Il lasso di tempo dopo la maturità per un adolescente è una fase fondamentale della vita perché precede improvvisi cambiamenti: paure, amicizie che somigliano ad alleanze ed amori struggenti. È il momento in cui bisogna scegliere chi si vuole diventare da grandi.
Credo sia un’esperienza unica per lo spettatore quella di poter osservare da un punto di vista inedito un modo di vivere poco rappresentato negli audiovisivi: quello di due adolescenti con disabilità intellettiva Ho raccontato per immagini la paura di Benjamin e Joshua di rimanere bloccati a casa con i genitori mentre gli amici sono partiti per nuove città, si sono fidanzati e si sono iscritti all’università. È quella paura che, invece di abbatterli, li ha portati a reagire in modo inaspettato, sovvertendo le dinamiche prestabilite seguite fino a quel momento. Quella tra cinema di finzione e cinema documentario è una soglia, ed è proprio lavorando su questo confine labile che ho concepito il film: ho insegnato a Benjamin e Joshua a non percepire la macchina da presa, relazionandosi tra loro e con gli altri in modo naturale, senza condizionamenti dovuti alla presenza della troupe. Ho seguito i gemelli dal giorno del loro esame di maturità al momento in cui sono usciti dal percorso della
scuola e si sono ritrovati adulti in una società abilista, accompagnandoli anche nelle fughe alla ricerca della propria identità e indipendenza dalla famiglia.
La timidezza delle chiome ha rappresentato per me un’esperienza umana e professionale unica: ho avuto la possibilità di dirigere due ragazzi con disabilità intellettiva valorizzando le loro capacità attoriali, supportandoli in un racconto libero e autentico di sè stessi e della loro esperienza all’interno della società contemporanea.

Valentina Bertani

08/09/2022, 14:08