VENEZIA 79 - "Chiara" di Susanna Nicchiarelli in concorso
Dopo tanti film dedicati a San Francesco, finalmente ora è il turno di
Santa Chiara, che con lui iniziò un percorso di fede rivoluzionario e dirompente ma che è stata troppo spesso lasciata in secondo piano.
Grazie al lavoro di ricerca e ai libri di Chiara Frugoni (cui il film è dedicato),
Susanna Nicchiarelli in "Chiara" la mette al centro e ne fa la sua eroina femminista. Non è però un vero film biografico, della sua vita si scopre poco, così come di quella di Francesco, già diventato "santo" quando la storia inizia.
La nascita e lo sviluppo del suo ordine monastico, la difficoltà di essere riconosciute in quanto donne e indipendenti, i miracoli compiuti e l'esempio dimostrato, che tanto seguito le hanno portato in tutto il mondo: questo è il cuore del film, diviso in capitoli lungo una ventina d'anni di vita di Chiara (una
Margherita Mazzucco che ha le carte in regola per la parte ma risulta un po' timida, mentre
Andrea Carpenzano nel ruolo di Francesco sembra essere lui per primo poco convinto di potercela fare).
"
Chiara" ha le stimmate del cinema di Susanna Nicchiarelli, specie della sua trilogia dedicata a donne forti della storia (da Nico alla signorina Marx), con un piglio decisamente femminista (il nemico è il patriarcato, in primis il Papa ma a tratti anche lo stesso Francesco) e scelte musicali forti (a tratti si sfiora il musical, con balli e canti medioevali, prima dello straniante finale sulle note de "Le cose più rare" di Cosmo). Il tutto narrato in rigorosa lingua volgare, con alcuni momenti in latino: la scelta di sottotitolare in italiano solo questi ultimi non aiuta, la fatica nel comprendere i dialoghi rende il tutto più complesso da assimilare.
C'era bisogno di un film su santa Chiara, nel 2022? Probabilmente no, ma il percorso della regista è sempre stimolante e anche in questo capitolo meno convincente si dimostra promettente e unico.
09/09/2022, 19:05
Carlo Griseri