Fondazione Fare Cinema
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ALICE NELLA CITTA' 20 - "I nostri ieri"


Andrea Papini torna alla regia di un lungometraggio, nel cast Peppino Mazzotta, Francesco Di Leva, Daphne Scoccia e Maria Roveran.


ALICE NELLA CITTA' 20 -
Il cinema come terapia "impossibile", come mezzo più efficace per rielaborare lutti e colpe, come mezzo ideale per fare comunità e ridare speranza: è un estremo atto d'amore (e di fiducia) per la Settima Arte il cuore de "I nostri ieri" di Andrea Papini, che torna alla regia di un film dopo diversi anni da "La velocità della luce" e "La misura del confine".

Un documentarista impegnato in un lavoro in carcere legato al cinema, interpretato con la consueta passione da Peppino Mazzotta, cerca di realizzare con i detenuti un progetto che mescola documentario e tecnologia, il dentro e il fuori dalle mura di quella prigione in cui i suoi protagonisti sono forzati a vivere.

Ripercorrere i loro crimini e le loro vite fuori, far dialogare le riprese all'esterno (nei loro luoghi, con le loro famiglie) e quelle nel grigio dell'interno: ma il primo detenuto con cui lavora è condannato per un omicidio e rivivere quel dramma tocca corde emotive ancora troppo sensibili, i familiari della vittima si rivoltano e il tutto rischia di essere interrotto. Ma il potere salvifico del cinema aiuterà.

"I nostri ieri" elabora un esperimento già apprezzato nel doc in realtà virtuale "VR Free" di Milad Tangshir, che usava nel modo migliore la tecnologia per far incontrare il dentro e il fuori di un carcere, "abbattendo" grazie al cinema e al digitale barriere altrimenti insuperabili. Papini (forse inconsapevolmente) parte da lì, aggiunge una buona sceneggiatura e un bel cast (da Di Leva a Scoccia, da Tantucci a Roveran, anche i ruoli minori sono ben curati) e costruisce un film che sa emozionare e differenziarsi dalla massa.

VIDEO INTERVISTA CON MARIA ROVERAN E ANDREA PAPINI

23/10/2022, 20:00

Carlo Griseri