BRADO - Kim Rossi Stuart torna alla regia con un "western"
"
Brado" è il terzo film da regista (dopo l'acclamato "Anche libero va bene" e il controverso "Tommaso") per
Kim Rossi Stuart, tratto da un suo racconto pubblicato nella raccolta "Le guarigioni" (si intitolava "La lotta"), e da lui stesso intepretato accanto a due altri co-protagonisti,
Saul Nanni nel ruolo di suo figlio e Trevor, il cavallo che li fa reincontrare dopo anni di lontananza.
Un ranch isolato in campagna, un padre burbero per cui sembrano esistere solo i cavalli, un figlio ora lontano che cerca in un altro lavoro il suo destino, una madre ed ex-moglie considerata la causa di tutti i mali. E poi Trevor, il nuovo arrivato, per cui Renato nonostante la sua esperienza si infortuna cercando una difficile domatura e Tommaso (un nome che ritorna, nella coraggiosa filmografia di Rossi Stuart regista) si sente in dovere di tornare a casa, di tornare a quegli animali e a quella vita agreste che per anni aveva provato a dimenticare.
Renato/Rossi Stuart è un "
Clint Eastwood dei poveri", come viene definito da uno dei personaggi, un uomo indurito dalla vita e dagli eventi, che non avrebbe dubbi nello scegliere tra un cavallo e una persona. Il nuovo incontro con il figlio però può essere l'ultima occasione di ritrovare un po' di umanità e di fiducia nell'altro, grazie a quell'animale difficile da domare ma fiero e leale, se ben condotto.
Straordinaria la resa "western" del film, decisamente inusuale per il nostro cinema, e se gli sviluppi narrativi possono risultare in parte scontati, grazie all'impegno di Nanni - al primo ruolo "adulto" della promettente carriera - e alla credibilità della visione del suo regista "
Brado" potrebbe essere una sorpresa della stagione (se non in termini di botteghino, difficile da conquistare ormai anche per progetti più strutturati, almeno nella stagione dei premi).
07/10/2022, 13:00
Carlo Griseri