!Xš‚‰

Note di regia di "Askos - Il Canto Fallace della Sirena"


Note di regia di
Penso a questo documentario dal 2009. Era novembre e lessi la notizia: “Ritorna a casa un reperto archeologico del V secolo avanti Cristo: l’Askòs, un’antica scultura bronzea ritrovata a Strongoli negli anni ‘80”. Il titolo, per me che ho lasciato questa regione molti anni fa, con l’idea del “ritorno a casa”, era doppiamente evocativo. Dopo mille peregrinazioni in giro per il mondo, il 27 novembre 2009 un pezzo della mia terra è tornato a casa, nel posto dove avrebbe dovuto sempre restare: il museo archeologico nazionale di Crotone, che è la mia città.

Allora ho pensato: forse in questa terra qualcosa ancora c’è; forse una speranza è rimasta ed è proprio sotto la superficie aspra di questa terra.
Basta grattare un po’, anche con le dita… e affiora. Perciò ho deciso di tornare per raccontarla.

In tutti questi anni, forse, poco è cambiato nell’atteggiamento dei calabresi nei confronti di questa terra: il sogno industriale è definitivamente tramontato, al suo posto il sogno del turismo ha fatto breccia nel cuore dei calabresi. E ancora oggi, anche tra quelli che vivono di turismo, in molti ignorano l’esistenza del vasto patrimonio archeologico della Calabria. E di certo ignorano, se non addirittura ostacolano, il grande lavoro che il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri fa per proteggerlo e, ogni tanto, riportarlo a casa. Ed è proprio questo che mi piacerebbe raccontare con questo film: un ritorno a casa, “il nostro ritorno a casa: una riconciliazione dei calabresi con la propria Storia e le risorse sostenibili di questa terra.

note di produzione (dichiarazione del produttore sul film):
La Calabria possiede uno dei patrimoni archeologici meno conosciuti fra quelli italiani e uno dei più depauperati dal traffico illegale di reperti archeologici. I siti archeologici presenti in Calabria sono la testimonianza delle varie dominazioni e culture che hanno interessato il passato di questa regione. L'influenza della dominazione greca prima e di quella romana dopo, rimane evidente ancora oggi nella tradizione e nella cultura calabrese.
Tale patrimonio è stato sin dagli anni 50/60 del secolo scorso oggetto di sottrazione di reperti destinati al traffico illegale gestito dalle cosiddette ArcheoMafie. Il fenomeno non solo calabrese, ma diffuso su tutto il territorio nazionale con picchi più elevati nel Lazio, in Campania e in Sicilia, ha raggiunto secondo i dati Unesco un volume d'affari stimato in oltre 2 miliardi e 200 mila dollari. L’Italia è il maggior fornitore mondiale per il traffico illecito di opere d’arte. Per quanto riguarda la regione Calabria, significativi sono i dati dell'azione di contrasto a tale attività illegale operata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza. Oltre 60mila beni culturali e quasi 70mila reperti archeologici recuperati e più di 1.300 le persone segnalate all’Autorità giudiziaria. Il documentario Askòs racconta proprio questa lotta, usando come
simbolo l’Askòs, una statuetta di bronzo trafugata negli anni ’80 nel comune di Strongoli (KR), recuperato con una rogatoria internazionale dal Paul Getty Museum di Malibù;
E' la prima volta in assoluto che l'Arma dei Carabinieri acconsente a un simile accesso in questo tipo di attività, ciò consente uno sguardo privilegiato ed esclusivo della vicenda.

Antonio Martino