Note di regia de "La California"
“Sono entrata in questa storia subito perché ho sempre desiderato essere due”.
Questa frase di Piera Degli Esposti, anche co-sceneggiatrice, riassume il senso di questo film. La storia delle gemelle protagoniste, è metaforicamente anche la storia del doppio che è in ognuno di noi. Diventando donne, una delle due svanisce, come spesso succede alla parte più nera dell’anima. L’espediente thriller di come ciò avviene rientra nella trama insieme ai ritratti grotteschi della piccola comunità di una provincia di frontiera che esiste davvero e che ha un nome che sembra una promessa: La California. In quel nome c’è anche il desiderio di andare via da una periferia del mondo che sembra non dare via di scampo. Nella sua distesa di terra sconfinata (in gergo emiliano chiamata metaforicamente da inizio ‘900 “La California”) sembra non succedere mai nulla, ma in realtà può succedere di tutto. Ed è ciò che avviene in questo film. Si sa che tutte le province del mondo si somigliano, e da qui l’universalità della trama, che potrebbe essere ambientata ovunque. Il film è girato con lenti anamorfiche degli anni ’70, in grado di deformare la realtà, come fa la nostra immaginazione quando c’è desiderio di fuggire da qualcosa, e ci si cala in una dimensione a volte onirica, a volte disincantata. Scelta fatta con la direttrice della fotografia italo-cilena Maura Morales Bergmann, tra le poche D.O.P. donne. Da produttrice del film ho cercato di inserire più figure femminili possibile tra i capi reparto, infatti anche la colonna sonora è firmata da una donna, Silvia Leonetti, che nonostante la giovane età ha composto le musiche di “Armenia, My Love” (2016) e “The Second Coming of Christ” (2018) della regista statunitense Diana Angelson, selezionate per concorrere agli Oscar. Il film possiede anche note leggere, perché come succede spesso nella provincia emiliana, che ben conosco, si ha la capacità di esorcizzare sorridendo anche il momento più drammatico, premeditando una liberazione e un riscatto personale.
Cinzia Bomoll