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VISIONI URBANE 3 - A Bologna e online dal 24 al 27 novembre


VISIONI URBANE 3 - A Bologna e online dal 24 al 27 novembre
65 cortometraggi in concorso da oltre 20 Paesi, 8 proiezioni fuori concorso, 5 eventi speciali, per oltre 80 film sullo schermo: in streaming e dal vivo, completamente gratuito. Questi i numeri della terza edizione di Visioni Urbane / Urban Visions. Beyond the Ideal City, festival cinematografico indipendente che indaga la complessità della dimensione contemporanea della città, che si terrà a Bologna e online dal 24 al 27 novembre 2022. La rassegna, promossa dall'associazione City Space Architecture, è un progetto cinematografico di ricerca multidisciplinare che nasce dall’esigenza di studiare il luogo urbano in cui viviamo attraverso prospettive, saperi e linguaggi diversi.

Il festival è curato da Luisa Bravo, fondatrice di City Space Architecture, che ha dichiarato: “Visioni Urbane è un viaggio attraverso le geografie umane delle nostre città, è una narrazione che intreccia storie di felicità e povertà, successo e solitudine, attivismo e rassegnazione, al di là delle forme seducenti e rassicuranti della città ideale, per scoprire quello che i nostri occhi, deliberatamente o inconsciamente, non conoscono o non riescono a vedere”. La rassegna è parte del progetto europeo A-Place. Linking places through networked artistic practices, co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea - www-a-place.eu

Tutti i film potranno essere visti online gratuitamente - previa una semplice registrazione - sulla piattaforma https://www.visioniurbane.stream/, realizzata in collaborazione con OpenDDB Distribuzione dal Basso. Sarà possibile vedere i cortometraggi in concorso in streaming sulla piattaforma dalle 17 di giovedì 24 novembre, a tutte le ore, durante le giornate del festival (fino al 4 dicembre).

Il programma: i film

Sono circa 80 i film in totale proposti dal festival. La gran parte di questi (65) sono i cortometraggi in concorso, che spaziano tra i generi cinematografici, permettendo alla lente del cinema di trasformare finzioni in realtà, portare lo spettatore tra le vie e i sentimenti della città e della società. È qui, in questi luoghi, che viviamo ogni giorno, al fianco di chi pensiamo diverso ma non conosciamo, qui portiamo avanti silenziose battaglie, affettive e personali, contro solitudini e precarietà, per una prospettiva di benessere comune. Davanti alla visione di comportamenti umani, riflessioni individuali e culture che si sovrappongono, si scorge come la progettazione delle città e dei suoi spazi non è opera neutra, che le storie personali hanno rilevanza pubblica, finanche politica.

Visione Urbane presenta 3 categorie di concorso: Visioni Urbane/Urban Visions (al primo premio 800 euro, nominate due menzioni speciali); A-Place/Migrants, refugees and displaces communities (primo premio 500 euro, secondo 300 euro, terzo 200 euro, più due menzioni speciali); A-Place/A Confined Urban Vision (al vincitore 500 euro, con due menzioni speciali). Tutti i film che partecipano alla selezione sono cortometraggi e le proiezioni in lingua originale con sottotitoli in inglese.

Spiccano per attualità alcuni focus, immagini di un mondo che oggi vediamo in crisi, tra guerre e rivolte, ritratte pochi attimi prima della trasformazione. È il caso dei lavori in concorso dall’Iran, da Don’t’ tell anyone (2022) di Sahar Sotoodeh, storia femminile della giovane Baran, quindicenne in fuga da casa e in cerca di aiuto, sola con il suo terribile segreto, a The breaths of a city (2021) di Mohammad Talebi, inedita fotografia di Teheran, la città più inquinata del Paese. Come dei film dall’Ucraina: Valera (2022) di Olga Artushevska, ironico e spensierato quanto profondo, nella vicenda del protagonista, ignaro eroe per un giorno, o lo spiazzante What shall we do with these buildings? (2022) di Jonathan Ben-Shaul, documentario che intreccia una performance di danza mentre indaga l’eredità dell’architettura sovietica a Kharkiv (che vediamo in queste immagini del 2021 come una città solare e popolata).

Diversi i contributi italiani: Fiori (2022) di Kristian Xipolias cita Ladri di biciclette, novello Antonio Ricci è però Manfredi, rider quarantenne che affronta la disoccupazione; Jimi Hendrix vs Mr. Cattelan (2022) di Maurizio Dalla Palma ritrae la vicenda nel quartiere milanese di Città Studi, dove storici murales della scena rock del ‘77 sono minacciati dall’avvento di un nuovo supermercato; Il custode e il fantasma (2022) di Christian Filippi, dalle parvenze noir, ragiona sul rapporto tra noi e i migranti, nel primo giorno di lavoro di Claudio come nuovo guardiano di un grande cimitero; o La terra dei padri (2022) di Francesco Di Gioia, che usa materiale di archivio per raccontare la storia della deportazione di numerosi civili nei primi anni del Novecento di occupazione italiana in Libia, attraverso i versi del poeta Fadil Hasin Ash-Shalmani.

Storie di giovani e periferia italiana - in particolare romana - poi in The Night Burns (2022) di Angelica Gallo, e di quella francese delle banlieue in Magma (2022) di Arthur Fanget, che ragiona su seduzione, solitudine e social media. Da citare senza dubbio c’è Roy (2021) degli inglesi Tom Berkeley e Ross White, con la presenza del premio Bafta David Bradley (celebre ad esempio nella saga di Harry Potter), che diventa un vedovo solitario in cerca di amicizie, che trova accidentalmente in un’improbabile interlocutrice di una hotline, come anche Warsha (2022) di Dania Bdeir, già vincitore del Sundance Film Festival 2022, storia libanese di Mohammad, che trova la sua libertà solo nel punto più alto e pericoloso di una gru che sovrasta Beirut. Notevole The Bathtub di Sergi Marti Maltas, ambientato in Spagna, dove Ramon Riera, librario in decadenza che sta facendo un meritato bagno, entra in contatto con un’operatrice di call center, Clara, una ragazza che cerca insistentemente di vendergli un'assicurazione sulla vita.

Dal più recondito Oriente arrivano invece The silent echo (2022) di Suman Sen, con panorami indiani mozzafiato, tenera storia di quattro adolescenti in un remoto villaggio di montagna, o i lavori cinesi Lili Alone (2022) di Zou Jing, spaccato drammatico delle dissonanze tra povertà e metropoli, e The Silent Whistle (2022) di Li Yingtong, in concorso in questo anno al Festival di Cannes, sulla diciannovenne solitaria Ming, commessa notturna in un minimarket, che affronta il suo passato dopo un incontro particolare.

Saranno tre le giurie selezionate, una per ogni categoria di concorso, che giudicheranno i migliori film di questa edizione, come le scorse, ricca di partecipazioni internazionali. Nelle giurie figurano esperti, accademici, professori e ricercatori provenienti dalle migliori università del mondo e stimati centri di ricerca (da 13 Paesi diversi). Per il concorso Urban Visions. Beyond the Ideal City - che vede 34 film in lizza - la giuria è formata da Kelly Jahn, Prisca Arioso, Vanessa Gordon, Emerson Radisich, Bruna Bajramovic, Dario Guazzo, Michelle Pannone, Boopsie Maran, Chiko Ncube, Sally Hamarneh. Per la categoria A-Place / Migrants, Refugees and displaced communities (19 film in concorso), in giuria ci sono Wafa Hasan Al-Madani, Lamia A Abdelfattah, Teresa Tourvas e Jose Lara Hernandez. In ultimo, per la sezione A-Place / Resilient Communities (12 film in lista): Zoran Poposki, Leandro Madrazo, Nicholas Loder, Jacek Ludwig Scarso e Claire Edwards.

In programma anche 8 film fuori concorso, medio o lungometraggi, ospiti negli ultimi anni di Visioni Urbane e prodotti inediti, per la prima volta in rassegna. Questi sono: IMPA the city di Diego Scarponi (2020, 85’), La pancia verde di Ferdinando Amato (2021, 54’), La bataile de la Plaine di Sandra Ach, Nicolas Burlaud e Thomas Hakenholz (2020, 70’), Sarura di Nicola Zambelli (2022, 80’), Confine | Umanità di Sara Del Dot e Carlotta Marrucci (2020, 33’), Shuluq di Martina De Polo (2018, 55’), #387 di Madeleine Leroyer (2019, 62’) e Ghiacchio di Tomaso Clavarino (2019, 70’). Tutti i film di questa sezione sono inseriti e presentati nel catalogo online di OpenDDB - Distribuzioni dal basso.

Le proiezioni speciali continuano anche in streaming sulla piattaforma di Visioni Urbane: da giovedì 24 novembre sarà presentato online il progetto Good Hood Stories dal Sud Africa, con l’intervista a Rashiq Fataar di Our Future Cities, organizzazione no-profit di Cape Town che lavora per la sostenibilità e il futuro delle città africane, a cominciare dai buoni esempi narrati nei lavori cinematografici che ha raccolto, storie di creatività, collaborazione e innovazione provenienti da diverse città del Sudafrica e racconti di orgoglio, da orti urbani ai progetti di ciclismo nelle township, agli interventi di riqualificazione dei centri urbani.

17/11/2022, 11:10