Sinossi *: C’è una città che non è un luogo. E al centro di essa una piazza che, invece, lo è. Si chiama Piazza della Libertà. Qui ogni sera si accumulano anime stanche e corpi stremati da un viaggio iniziato anche due, tre anni prima e culminato in un travagliato cammino che lì, in quella piazza, non si conclude.
Sono i migranti in transito, quelli che dopo aver percorso la rotta balcanica riescono ad attraversare il confine che divide la Slovenia dall’Italia, che hanno la fortuna di non essere respinti illegalmente in Bosnia dalle autorità di confine e che camminano fino al centro di Trieste dove si siedono e aspettano, consapevoli di non poter fare altro. Perché il loro viaggio non si è ancora concluso, la loro destinazione si trova altrove in Europa e finché non la raggiungeranno saranno come fantasmi.
Così, aspettano. Aspettano fino a quando, con il suo carrellino verde, arriva Lorena. Accanto, il marito Gian Andrea, alcune donne che distribuiscono contenitori di cibo cucinato a casa. Attorno, curvi sulle vite di queste persone, ci sono Beatrice, cofondatrice del collettivo di medici Strada Si.Cura, che si occupa di prestare cure mediche a chi per la legge non ne avrebbe diritto. C’è Umar, un ragazzo torturato dalla polizia croata che dà una mano ad aiutare gli altri come lui.
Per tutti, scendere in Piazza della Libertà rappresenta una pausa dai confini geografici, uno spazio sicuro in cui l’unica linea di demarcazione è quella dell’umanità di chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte.