Note di regia di "Noi Ce La Siamo Cavata"
Mi hanno sempre affascinato i bambini attori, fin da piccolo, quando li osservavo al cinema, sul grande schermo oppure a casa in tv, quando vedevo recitare dei miei coetanei all’interno di un grande film, al fianco di attori e attrici famose. Che sogni può avere un bambino che fa l’attore? Quando diventa un personaggio riconosciuto da tutti già da piccolo, quando ancora non è formato, come si rapporta con il mondo esterno? Ecco le domande che mi sono posto ogni volta che vedevo film in cui c’erano i protagonisti erano dei bambini che avevano la mia stessa età. Uno di questi, che è diventato anche uno dei miei film preferiti, era proprio “Io speriamo che me la cavo”, della grande regista Lina Wertmüller. Oggi raccontiamo una storia nuova, che ha però radici salde in quel film che tutti conosciamo quasi a memoria. Insieme ad Adriano Pantaleo, uno dei piccoli protagonisti del film, abbiamo immaginato di raccontare, a distanza di trent’anni dall’uscita della pellicola, un cammino, quello di Vincenzino il gelataio, oggi un uomo di 38 anni che decide di rintracciare tutti i suoi vecchi compagni del film e farsi raccontare come se la sono cavata.
Giuseppe Marco Albano