TORINO FILM FESTIVAL 40 - La Lunga Corsa
Un non luogo, un non dialetto, un mondo di fantasia e un la vita di un personaggio, Giacinto (Adriano Tardiolo), un fiore ś ma anche un qualcosa che tende a rimanere in un recinto. Ed è lui il centro del film di
Andrea Magnani, lui che nasce cresce e sceglie poi di rimanere in un carcere.
Madre e padre detenuti, tra fighe e distrazioni, lasciano Giacinto a se stesso e alle cure di Jack (
Giovanni Calcagno), burbero capo dei secondini. Insomma in un'atmosfera che ricorda Il Pianista sull'oceano, ma senza alcun talento particolare, il ragazzo cresce tra le sbarre e dunque, anche quando è il momento di andar via fa di tutto per rimanere nel suo microcosmo.
"
La Lunga Strada", è uno di quei film che vanno sul sicuro, con la sceneggiatura che somiglia a "questo", il cast che ricorda "quello", la regia che pesca di qua e di là, tra Anderson e Jarmush, con le geometrie delle inquadrature, dai capelli alla strada, che fanno compitino ma non riescono a dare forza all'immagine, pensiamo a Sorrentino.
Il film di Magnani poteva essere una sorpresa se l'autore avesse spinto sul gas, nel grottesco come nell'ironia, andando a fondo nei rapporti tra personaggi, non lasciando tutto leggero, in sospeso come in una classica, cinematografica, italica favola moderna.
29/11/2022, 09:00
Silvia Amadio