IL RICHIAMO DEGLI SCOMPARSI - In streaming
su OPENDDB da lunedì 12 dicembre
«Si chiama casa, questa valle padana di lacrime»: il film del progetto musicale e teatrale di Massimo Zamboni, “Il richiamo degli scomparsi”, dedicato al cuore dell’Emilia e ai suoi artisti, arriva in streaming da lunedì 12 dicembre su OpenDDB, la prima piattaforma di opere di cinema indipendente. L’originale opera teatrale del chitarrista e volto degli ex CCCP/CSI è andato in scena per la prima volta al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia il 21 settembre 2019 nell’ambito del Festival Aperto di Fondazione I Teatri: è diventato un film-concerto negli anni seguenti, e ora viene distribuito nei piccoli e grandi schermi.
Gli artisti scomparsi di Reggio Emilia compongono un pantheon dello spirito emiliano, del suo cuore profondo, quel piano padano dove «sembra che il sangue circoli più rapido», disperso in cento cimiteri dal Po al Monte Cusna. Una “orazione con orchestra” in cui si intersecano voci tra canzoni tratte dal repertorio di Zamboni e dalle letture degli autori presenti e di quelli scomparsi. Un grande palcoscenico, scene e video, e una drammaturgia del ricordo dove si alternano scomparsa e riapparizione. Con un inedito cast: i cantanti Nada, Ginevra Di Marco, Vasco Brondi, Murubutu, Marina Parente, e i poeti Aldo Nove ed Emilio Rentocchini. E gli Scomparsi, appunto: con le parole di Cesare Zavattini e Silvio D’Arzo, di Corrado Costa, Pier Vittorio Tondelli, Antonio Ligabue e Alcide Cervi, il canto di Giovanna Daffini e Augusto Daolio. Gli artisti dell’immagine, Luigi Ghirri, Pietro Ghizzardi, Umberto Tirelli, Achille Incerti, Marisa Bonazzi, Serafino Valla. Poi Tienno Pattacini, Romolo Valli, Serge Reggiani, Lucia e Otello Sarzi. O, immergendoci nella storia, Gaetano Chierici, Maria Melato, Ludovico Ariosto, Matteo Maria Boiardo. Una provincia fortunata, quella di Reggio Emilia: poche altre possono vantare un panorama intellettuale così diversificato e riconosciuto anche oltre i confini nazionali, dalla narrazione intensa che ha contribuito alla coscienza di tutto un territorio.
Un progetto esclusivo in cui Zamboni si misura con la dimensione del teatro, con la collaborazione del regista Fabio Cherstich – giovane e affermato sia nella prosa sia nel teatro musicale – e un’orchestra composita, costituita appositamente per canzoni antiche e recenti che diventano nuove. Con una grande compagine orchestrale composta dall’Orchestra delle Riapparizioni (15 chitarre) diretta da Tiziano Bianchi, dal Concerto a fiato L’Usignolo (7 fiati) e dalla band di Zamboni (composta da Cristiano Roversi, Erik Montanari, Simone Filippi) per arrangiamenti originali inediti, assieme ai filmati di Piergiorgio Casotti e ai ballerini di Obiettivo Danza. Un’opera che diventa quindi cinema, con la regia video di Jeris Foch, il montaggio e gli effetti di Piergiorgio Casotti e Andrea Mazzoni, il suono di Cristiano Roversi.
La storia degli esordi di Massimo Zamboni, indissolubilmente legata a quella dei CCCP, tornerà a vivere: i membri del gruppo “punk filo-sovietico” saranno presenti al completo (con Giovanni Lindo Ferretti, Annarella Giudici e Danilo Fatur) nel nuovo film documentario di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, “Kissing Gorbaciov”, per SMK Factory, sullo storico tour nel 1988 che unì l’Italia all’Unione Sovietica. Le riprese iniziate a Melpignano (in Puglia) e continuate in Emilia, proseguiranno con l’aiuto di tutti: è attivo infatti un crowdfunding per la realizzazione del progetto, su Produzioni dal Basso.
07/12/2022, 12:22