THE NEXT GENERATION SHORT FILM FESTIVAL 2023 - I premi
Si è concluso
The Next Generation Short Film Festival, il festival di cortometraggi dedicato al cinema e alle arti visive, diretto da Tita Tummillo e Velia Polito. Per due giorni il festival ha presentato nelle sale del Cinema ABC e del Cineporto di Bari le opere di 18 autorə che si sono contesə i premi come Miglior Cortometraggio, Miglior regia, Miglior Film d’artista e Miglior Esprit decretati da una giuria di qualità. La commissione della settima edizione del festival è stata presieduta da Luigi Abiusi, critico cinematografico, curatore di rassegne e docente, dalla regista Maria Guidone e dal film-maker e direttore artistico, Giuseppe Boccassini.
Dopo un’attenta visione delle opere in concorso, esito di un lungo lavoro di preselezione su 200 opere provenienti da tutta Italia, il premio come Miglior Cortometraggio va a “Puiet” di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl “per la capacità di penetrare gli spazi – e l'aria, l'atmosfera – di un'infanzia rurale, libera, mostrandone la realtà stratificata e allo stesso tempo lasciando presagire qualcosa di misterioso dietro le forme. È il mistero stesso della ripresa, della forma cinematografica”.
Miglior Regia a “L’incanto” di Chiara Caterina “per un senso del contrappunto tra immagini e sonoro, sperimentazione e politica, concetto e nonsenso. Per l'abilità nel malleare i repertori audio e video”, si legge tra le motivazioni.
Vince come Miglior Film d’artista “Que Viva” il film d’animazione di Giulia Savonari, “per la sua concretezza, per l'essenzialità che riesce a condensare in una durata minima. Il film si muove nella direzione della sintesi, senza orpelli, andando all’essenza del gesto cinematografico”.
Miglior Film Esprit va a Furio Ganz con “Stolen Stones” per la capacità di coordinare il senso della materia – le pietre, i ruderi, l'acqua ma anche oggetti estranei alle rovine – con il racconto (tra l'ironico e il fatalista) servendosi di un sonoro che rende le immagini ipnotiche, ha sottolineato la giuria durante la serata di premiazione.
Una menzione speciale è stata riservata a “The Memory Atlas” di Domenico Centrone “per il rigore dello sguardo e allo stesso tempo la propensione a rivolgersi al fuori campo, all’immaginifico, tra cinema, letteratura, storia dell’arte. Uno sguardo laconico e partecipe su una condizione psichica specifica che diviene il referto universale della fragilità umana, troppo umana”.
16/12/2022, 12:54