CLAUDIA CARDINALE - L'Indomabile
“
Claudia Cardinale fa parte di quel gruppo di attrici che hanno una memoria internazionale ma sono assolutamente presenti. In questo libro, “Claudia Cardinale – L’indomabile”, curato da
Claudia Squitieri in prima persona, la parola chiave è indomabilità, il file rouge di tutta la sua vita”. Così
Laura Delli Colli alla presentazione stampa del libro dedicato alla grande attrice edito da Cinecittà ed Electa.
Un’indomabilità che nasce dalla Tunisia, dove la Cardinale è nata e cresciuta, cominciando a fare cinema quasi per caso, quando viene notata fuori da una scuola. Il resto è storia del cinema: da “8 ½” di Federico Fellini, a “Il Gattopardo” di Visconti fino a “C’era una volta il West” di Sergio Leone, sono sole alcune delle pellicole che hanno immortalato un’attrice sensibile, dalla forte personalità, indomabile appunto.
“Accompagnare e indirizzare un libro su mia madre era qualcosa che per me aveva tanti risvolti. È chiaro che c’è una parte intima, ma dovevo mettermi anche dal punto di vista dello spettatore, sono stata anche questo”, ha dichiarato Claudia Squitieri, figlia della Cardinale e del regista Pasquale Squitieri, “questa versatilità, tutti i contributi mi hanno aiutata a comprendere meglio mia madre. L’ indomabilità è stata una sorta di intuito, è sempre stata una giovane abbastanza libera, anche in Tunisia, mamma è ancora una donna indomabile, e poi io sono figlia di un incontro tra indomabili.
Quando mamma inizia la sua carriera e
Franco Cristaldi le dona una posizione, una luce che la costruisce, c’è stato un momento di grande sacrificio perché comunque doveva lavorare tantissimo, essere all’interno di una struttura molto particolare. E mi sono accorta che attraverso i ruoli che interpretava, i registi in qualche modo avvertivano questa sua forza e la chiamavano a esprimere questa parte selvaggia, o comunque inafferrabile attraverso i suoi personaggi. È stato interessante vedere come si è espressa in modi diversi a seconda delle possibilità che le hanno dato”.
Un carattere legato anche alle sue origini
“Papà nelle ultime ore di vita mi disse: “Dì a Claudia che noi veniamo dal sud”. Sono quelle cose che capisci dopo un po’. Quando ho iniziato a lavorare al libro questa cosa è tornata e l’ho ancora di più capita, per lui il sud era questo senso di libertà che hanno le persone della strada, la strada appartiene alla gente del sud. Questo modo in cui mamma ha attraversato la sua vita con grandissima adattabilità, sempre sul vento giusto, credo che abbia a che vedere con la visione che aveva papà, avevano in comune questo, questa dignità dei popoli un po’ più “calpestati””.
Ma com’è stato da figlia vivere con un’icona del cinema?
“È un percorso complicato perché si nasce dentro questa situazione, è una normalità in realtà. Io ci sono cresciuta, ho cercato di comprenderla sempre meglio, non tanto di confrontarmi. Io ero in quella casa dove ogni tanto si faceva la pasta asciutta, ogni tanto si andava al festival di Cannes, questo legame tra l’immagine pubblica e il privato è stata sempre la mia realtà, non ho avuto uno scontro. Ci ho messo anni a capire che cos’è l’immagine, che cos’è l’alterità, capire, come tutti quanti, da dove si viene, non è stato uno scontro, è stato un comprendere sempre meglio che cosa implicasse”.
Claudia Cardinale è anche impegno sociale, con la sua fondazione
“Mamma ha sempre difeso i diritti degli omosessuali, ha fatto battaglie anche con Amnesty International contro la pena di morte, e in quanto attrice ha sempre prestato la sua immagine a difendere e a sensibilizzare anche sui diritti delle donne. L’Unesco nel 2000 riconosce questa figura di rappresentazione di una donna indipendente e forte, e le dà questo bellissimo ruolo di essere ambasciatrice di buona volontà per i diritti delle donne e delle bambine e poi in seguito si è occupata anche dei problemi climatici e dell’ecologia con la fondazione che porta il suo nome”.
Dal 3 al 21 febbraio il MoMA di New York, in collaborazione con il Film Department, renderà omaggio a Claudia Cardinale con una rassegna che vede tra i tanti titoli, tre importanti restauri realizzati da Cinecittà: “La Ragazza di Bube” di Luigi Comencini, “L’Udienza” di Marco Ferreri e “Atto di dolore” di Pasquale Squitieri.
“I restauri sono una cosa fondamentale”, ha spiegato
Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, “in questo caso abbiamo restaurato tre film che sono molto importanti, e che fanno parte di questa retrospettiva molto più ampia, e rappresentano dei passaggi concettuali da un tipo di cinema a un altro”.
Per
Joshua Siegel, senior curator del dipartimento cinema del MoMA: “Celebrare un’attrice vivente è un omaggio straordinario che il MoMA ha dedicato a pochissimi eletti, di cui Claudia Cardinale è una splendida rappresentante. È stata ricercata dai registi di tutto il mondo per le sfumature che ha saputo infondere nei suoi personaggi, e noi oggi siamo entusiasti di ammirarla nei suoi lavori italiani e internazionali, che daranno al nostro pubblico la possibilità di ritrovarla o scoprirla per la prima volta, grazie alla collaborazione con Cinecittà che, ogni anno, ci consente di proporre il meglio della produzione culturale italiana, in versioni restaurate magnificamente”.
22/01/2023, 19:39