IL MONACO CHE VINSE L'APOCALISSE - Prosegue la lavorazione
Con oltre 800 anni, quella di Gioacchino da Fiore è la causa di beatificazione più lunga della storia. A margine delle lavorazioni del film ‘Il Monaco che vinse l’Apocalisse’, ambientato nel XII secolo e ispirato alla vita dell’esegeta biblico Gioacchino da Fiore (figura di spicco che di tanta luce irradiò il Medioevo, di enorme importanza nel pensiero occidentale, citato da Dante Alighieri nel Paradiso e da lui definito “di spirito profetico dotato”) la scrittrice, giornalista e sceneggiatrice Michela Albanese rivela alcune anticipazioni. “Per la fase di ricerca e di scrittura abbiamo dedicato quasi quattro anni e, assieme al regista Jordan River, la produzione ha deciso di coinvolgere anche il filosofo e saggista Andrea Tagliapietra (autore di diversi libri su Gioacchino da Fiore per la Feltrinelli) e la storica medievalista Valeria De Fraja, entrambi ci hanno dato un prezioso supporto. Da una parte fonti culturali e documentali storiche preziose e dall’altra adattamento e rivisitazione cinematografica che il regista non si è risparmiato. Volevamo raccontare anche perché dopo secoli la figura dell’Abate fondatore dell’ordine Florense sia ancora così trasversale, apprezzata da intellettuali e filosofi così come da religiosi” – spiega la sceneggiatrice.
“Joachim (Gioacchino, nel film si useranno nomi in latino) - magnificamente interpretato dall’attore Francesco Tubanti (l'invecchiamento è di Vittorio Sodano, due volte nomination agli Oscar) - è stato una delle figure più notevoli della spiritualità cristiana, già considerato beato da secoli e, proprio in quest’era della “terza età”, la Chiesa pare voglia valorizzare il suo grande messaggio, in linea con quello di Papa Francesco. Gioacchino infatti con la Terza ‘Età dello Spirito Santo’ auspicava a un periodo in cui l'umanità ricerca di più la purezza e auspica a una nuova Chiesa più tollerante, libera e spirituale al posto di quella materiale. Di certo non un film religioso, vecchio stile, ma un’opera spirituale, esperienziale e intimista sulle cose profonde della vita. Un’opera che affronta l’apocalisse ‘gioachimita’ (in essa sono enigmaticamente raffigurati gli eventi passati, ma annunziati anche quelli futuri, esposte l’apertura delle cose sigillate e la rivelazione di quelle nascoste)”. La sceneggiatrice poi ha aggiunto “Grazie a documenti preziosi che abbiamo trovato, nel film anche alcune scene che svelano come importanti figure del passato hanno cercato invano di infangare l’immagine dell’Abate, più volte invece sostenuto dai vari pontefici. Se è vero che Gioacchino era molto apprezzato dalle autorità (Papi, regnanti, intellettuali…), è indubbio che la sua visione riformatrice faceva paura ai tanti conservatori”.
Il film è prodotto dalla Delta Star Pictures, sostenuto dal Ministero della Cultura, dalla Calabria Film Commission, dalla Regione Lazio, con la collaborazione di ben oltre 20 istituzioni tra Comuni e istituzioni internazionali, nonché da vari organismi dediti alla salvaguardia dell'ingente patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano come il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, ente che ha permesso di effettuare le riprese in posti dall’alto valore naturalistico e ambientale.
Come anticipato dalla stampa nei giorni scorsi il regista ha scelto location mozzafiato in varie località italiane con la presenza anche di cast internazionale.
“Nonostante sembri una figura poco conosciuta dal grande pubblico, Gioacchino da Fiore è invece studiato molto anche all’estero, considerato uno dei grandi maestri della civiltà europea – prosegue la sceneggiatrice – basti pensare che quando leggiamo la Divina Commedia, quella che universalmente è considerata come una delle più grandi opere della letteratura, stiamo leggendo anche il pensiero di Gioacchino da Fiore. Il poema ‘De gloria Paradisi’ dell’Abate da Fiore scritto circa 270 anni prima della Divina Commedia è stato così fonte di ispirazione per Dante Alighieri. Ma non è tutto: nel Canto XXXIII del Paradiso, Dante Alighieri raffigura nella Divina Commedia il mistero della Trinità in versione gioachimita. Quando Dante scrive ‘Nella profonda e chiara sussistenza/ dell’alto Lume parvermi tre giri/ di tre colori e d’una contenenza;/ e l’un da l’altro, come iri da iri,/ parea reflesso, e il terzo parea foco,/ che quinci e quindi igualmente si spiri’ sta illustrando i tre cerchi trinitari presenti nel Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore; si tratta di un rarissimo codice miniato medievale, la più bella e importante raccolta di teologia figurale e simbolica del Medio Evo, di cui si conoscono solo tre copie, la più antica delle quali si conserva a Oxford, in Inghilterra”.
Nella troupe numerosi i professionisti riconosciuti e apprezzati a livello internazionale, tra cui il Makeup Supervisor e Special effects Designer Vittorio Sodano (2 nomination agli Oscar per “Apocalypto” di Mel Gibson e per “Il Divo” di Sorrentino, vincitore di 2 David di Donatello), lo scenografo Davide De Stefano, il costume designer Daniele Gelsi (definito l’artigiano della storia, autore tra l’altro di alcuni costumi utilizzati nella serie su Leonardo da Vinci) e il Direttore della Fotografia Gianni Mammolotti (DoP di numerosi film tra cui ‘Francesco’ con Raoul Bova di Soavi, ‘Karol’ e ‘Il quarto re’).
Diversi i nomi nel cast, tra cui l’attrice Elisabetta Pellini nel ruolo della Regina Costanza d’Altavilla e Giancarlo Martini (già co-protagonista nel film “Freaks Out”); sul set romano a novembre scorso anche l’attore americano Nikolay Moss, vincitore del prestigioso premio Emmy Award, che ha interpretato il ruolo di Re Riccardo I d’Inghilterra.
“L’intelletto di Gioacchino ha oltrepassato il tempo e lo spazio, affascinando non solo Francesco D’Assisi, il quale si sarebbe finanche a lui ispirato per dar vita all’Ordine francescano, ma anche Cristoforo Colombo, nonché, ancora, dopo lo studio dei testi sull’Apocalisse di Gioacchino, anche il grande Michelangelo Buonarroti, nella composizione degli affreschi della Cappella Sistina. Le migliaia di persone che ogni giorno raggiungono la Città del Vaticano e alzano la testa verso il cielo per ammirare il capolavoro del Giudizio Universale del Buonarroti, senza rendersene conto stanno contemplando anche lo spirito di Gioacchino da Fiore, che ne ha stimolato gli enigmi e le visioni” – conclude la sceneggiatrice.
23/01/2023, 10:18