BUON COMPLEANNO MASSIMO - Ricordando Troisi
“Massimo Troisi è mai andato via?”, è la domanda che apre e chiude "
Buon compleanno Massimo", il documentario che ricorda e celebra il compianto attore e regista napoletano diretto da
Marco Spagnoli. Il 19 febbraio 2023 avrebbe compiuto 70 anni e ancora manca tanto al cinema, all’arte, e numerosi sono gli omaggi in questo periodo dedicati a un talento irripetibile. Marco Spagnoli sceglie una narrazione lineare, dall’infanzia ai primi passi sul palcoscenico, fino al grande successo e alla prematura scomparsa, raccontato da familiari, amici, colleghi, collaboratori, da chi ha avuto il piacere e l’onore di incrociare la sua strada. Tra i tanti contribuiti c’è quello commosso della sorella
Rosaria, di Vittorio Cecchi Gori, Enzo De Caro, Francesca Neri, Renzo Arbore, Massimiliano Gallo, Fabio Fazio, Roberto Vecchioni, Cinzia TH Torrini e, rappresentante delle nuove generazioni ispirate da Troisi, Frank Matano. A guidare e narrare questo viaggio uno dei più importanti scrittori italiani, Maurizio De Giovanni.
Sono tanti gli aspetti di Massimo Troisi su cui ci si sofferma, i modi in cui ha lasciato il segno: dalla Napoli in fermento culturale degli anni ’70 arriva presto in Rai in prima serata nel celebre programma “Non stop” con “La smorfia”, gruppo comico fondato con
Enzo De Caro e Lello Arena. Poi il cinema con il suo esordio alla regia “Ricomincio da tre”, una consacrazione, il resto è storia del cinema italiano. Un racconto commovente nel quale all’unisono emerge un termine in particolare nel descrivere la comicità, il cinema, e la persona di Massimo Troisi: leggerezza, che emergeva sempre nei suoi sketch, nelle dissacranti “interviste show”, nei suoi film, nel suo modo di guardare e interpretare il mondo e di amare il suo lavoro. Un amore che lo porta a rimandare l’operazione al cuore per finire di girare “Il postino” (1994) di Michael Radford, che aveva sceneggiato con il regista, Anna Pavignano, Furio e Giacomo Scarpelli, per il quale riceverà la candidatura postuma agli Oscar come migliore attore protagonista. Quel film lascerà un segno indelebile, e lo renderà “il poeta del cinema”, come sottolinea la sorella Rosaria.
È uno tra i tanti momenti più toccanti del documentario di Spagnoli che riesce a rendere e raccontare in pieno l’essenza di Troisi, la sua acuta visione sulla vita e l’amore, la sua arte che ancora ispira, emoziona e fa riflettere. La morte, quindi, non è stata l’ultima parola su Troisi, ma rimangono le immagini, le sue espressioni, quell’assenza di parole che diceva tutto, e, come dice Fabio Fazio, un’afasia poetica unica e irripetibile.
17/02/2023, 17:32
Caterina Sabato