Festival del Cinema Cittŕ di Spello e dei Borghi Umbri
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Massimo Troisi

19/02/1953 - 04/06/1994
San Giorgio a Cremano, Italia

Massimo Troisi


Filmografia dal 2000:
2023 » doc Buon Compleanno Massimo: partecipazione
2023 » doc Laggiu' Qualcuno Mi Ama: partecipazione
2023 » doc Nun mi e va…: partecipazione
2022 » doc I Magnifici 4 della Risata: partecipazione
2022 » doc Il Mio Amico Massimo: partecipazione
2013 » doc Massimo - Il Mio Cinema Secondo Me: partecipazione
2013 » doc Massimo Racconta Troisi: partecipazione

Biografia:
Massimo Troisi nasce a San Giorgio a Cremano, a quattro chilometri da Napoli, il 19 febbraio 1953 in una famiglia con 5 fratelli, piů nonni zii e cugini.
Nella cittadina vesuviana comincia, alla pari di molti coetanei, a formarsi artisticamente tra sketch e atti unici nelle parrocchie della cittŕ.
Giŕ in quei primissimi approcci allo spettacolo Massimo rivela un carattere pacato fuso a quella naturale, trascinante, verve quasi “prenatale” che sempre lo ha accompagnato.
Mette su il gruppo de “I saraceni“, con il quale inizia a masticare teatro nei primi anni dell’adolescenza insieme a Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci.
Poco piů che quindicenne, sul finire degli anni ’70, passa alla ribalta del Centro Teatro Spazio, in via San Giorgio Vecchio.
Nel frattempo studia da geometra. Sulle tavole del piccolo Teatro Spazio si forgia il trio La Smorfia trio delle meraviglie con Massimo, Lello Arena ed Enzo De Caro.
I loro “pezzi”, come Annunciazione, L’Arca di Noč, La Sceneggiata, riscuotono un successo tale da conquistare dapprima il Sancarluccio di Napoli e poi i microfoni delle radio Rai (trasmissione “Cordialmente”). Infine, il tubo catodico.
A partire dal 1975, passano felicemente da un programma all’altro: nel 1976 il seguitissimo Non Stop e nel 1979 Luna Park. Il 1981 č l’anno della svolta definitiva: Massimo si mette prima a tavolino (per comporre la sceneggiatura) e poi dietro la macchina da presa per “dirigersi” in Ricomincio da Tre, il suo primo prodotto in celluloide.
L’affermazione č netta: gli stessi critici sbalordiscono di fronte all’inedito consenso sia di pubblico che di addetti ai lavori che circonda il film (con il quale si guadagna una caterva di premi, tanto che all’ennesimo conferimento Troisi se ne esce con “mi state facendo un guaio cu tutti ‘sti premi: adesso i mariuoli guardano e dicono: ‘e capito a Troisi quanti premi sta pigliando, mň ‘o jamme a trovŕ nu poc‘”).
L’anno successivo interpreta con un supercameo la parte di se stesso in No grazie il caffč mi rende nervoso di Gasparini, dopodichč per la serie televisiva di RAI 3 dal titolo “Che fai… ridi?“, dedicata ai nuovi comici italiani realizza lo special Morto Troisi, Viva Troisi (1982), in cui s’immagina defunto e attorniato in singolare commiato da amici e personaggi dello spettacolo
Nel 1983 ritorna sul set per girare Scusate il Ritardo. Alcune scene di questo secondo lavoro rimangono proverbiali. Come quella in cui, incalzato dalla domanda retorica di Tonino/Lello Arena – “Meglio un giorno da leone, no? Che 100 da pecora…” -, Vincenzo/Troisi risponde: “ma che ne saccio Toně…fatt’ cinquanta giorni da orsacchiotto…“.
Nel 1984 č la volta di Non ci resta che piangere al fianco di Roberto Benigni co-regista e sventurato compagno di digressioni nel 1400.
La coppia Mario (Troisi) e Saverio (Benigni) rimarrŕ leggendaria per un’intera generazione di spettatori.
Successivamente l’autore sangiorgese gira, sempre nella triplice veste di attore-regista-sceneggiatore, Le vie del signore sono finite.
Nei panni del barbiere-inventore Camillo si lamenta col fratello dopo aver tentato di propinare una sua lozione miracolosa in pieno Ventennio (“Io vado a inventare ‘na medicina contro il dolore e la caduta dei capelli – si lamenta col fratello Leone/Marco Messeri – in un paese in cui uno senza capelli dice che la via della salvezza č il dolore!“).
Alla fine degli anni Ottanta, Ettore Scola lo vuole protagonista di tre lungometraggi: Che ora č (1989) (Coppa Volpi a Venezia) e Splendor (1989) in coppia con Marcello Mastroianni, e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990).
L’anno dopo porta a termine anche il suo quinto lungometraggio Pensavo fosse amore e invece era un calesse affiancato da Francesca Neri e Angelo Orlando (a quest’ultimo va il David di Donatello ’92 per miglior attore non protagonista).
Pur impegnatissimo tra lavoro sul set e apparizioni tv, Troisi č costretto a tenere in agenda i faticosi viaggi a Houston per curare la sua malattia, una disfunzione congenita alla valvola mitralica.
Nonostante l’aggravarsi preoccupante delle sue condizioni di salute, nel ’94 con Micheal Redford co-dirige e interpreta con enorme impegno e coraggio Il Postino al fianco di Phlippe Noiret, tratto dal romanzo “Ardiente Paciencia” (“Il postino di Neruda”) di Antonio Skŕrmeta.
Arriva la meritata consacrazione internazionale, perň Massimo non potrŕ godersela: il cuore malato cesserŕ di battere appena dodici ore dopo l’ultimo ciak. Il 4 giugno 1994.
(ultima modifica: 18/02/2013)

Sito Web: http://www.premiomassimotroisi.it

Note:
FILMOGRAFIA

1980 – RICOMINCIO DA TRE
1982 – SCUSATE IL RITARDO
1982 – NO GRAZIE IL CAFFE’ MI RENDE NERVOSO
1984 – NON CI RESTA CHE PIANGERE
1985 – HOTEL COLONIAL
1987 – LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE
1988 – SPLENDOR
1989 – CHE ORA E’
1991 – IL VIAGGIO DI CAPITAN FRACASSA
1992 – PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA UN CALESSE
1994 – IL POSTINO