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DO UT DES - Un revenge movie contro la violenza di genere


Il film diretto da Dario Germani e Monica Carpanese è un revenge movie premiato al Festival di Dubai per la migliore attrice alla protagonista Beatrice Schiaffino. Nel cast anche Gianni Rosato, Ilaria Loriga e Luca Avallone. Una produzione Flat Parioli e TNM Produzioni, dal 4 maggio al cinema.


DO UT DES - Un revenge movie contro la violenza di genere
Francesca è una studentessa universitaria e si guadagna da vivere facendo la fotomodella, ha un passato doloroso che la tormenta e condiziona il suo presente. Leonardo, un imprenditore di successo, le fa una corte spietata, lei pur avendo grandi difficoltà a fidarsi delle persone a poco a poco cede al suo corteggiamento cambiando per sempre il suo destino. Presto un’altra donna, Emanuelle, entrerà nella vita di Leonardo e tra i due si instaurerà un gioco di seduzione sadico nel quale fino alla fine non si capirà chi ha il controllo totale sull’altro.

"Do ut des", film diretto da Dario Germani (“The Slaughter - La Mattanza”) e Monica Carpanese, sin dai primi minuti rivela la crudezza di una storia simile alle tante che ascoltiamo spesso ai telegiornali o nei talk show, che occupano le pagine dei quotidiani, che sul web diventano presto di “tendenza” suscitando indignazione, rabbia, paura, fatti di cronaca nera per i quali gli opinionisti chiedono a gran voce provvedimenti, interrogandosi sulla natura umana e sulla società. Sesso e intrigo, potere e perversione per un revenge movie psicologico che ricorda nella trama e nel risvolto finale i film del regista Adrien Lyne (“Attrazione fatale”, “L’amore infedele”), che mescolano erotismo, violenza e follia mostrando il volto più torbido dell’essere umano, le conseguenze spesso tragiche di passioni incontrollabili e spesso malsane.

Leonardo, l’imprenditore protagonista del film, è un incrocio tra il Christian Grey della saga erotica di “Cinquanta sfumature di grigio”, dedito al bondage e a sadici giochi sessuali, e un noto imprenditore che nella realtà è stato condannato per lo stupro di due modelle, famoso per i suoi festini a base di alcol e droga. Emanuelle è la donna che scompagina il suo equilibrio e la sua sicurezza, che diventa presto un’ossessione, portandolo al limite delle sue stesse passioni, e presentandogli poi il conto delle sue azioni.

Un film che raccontando il modo malato il corpo delle donne, che diventa un semplice oggetto a disposizione di bisogni perversi, svuotato della sua dignità, del suo essere, denuncia senza filtri la violenza di genere. E non c’è redenzione, né consolazione per una storia che nella realtà si ripete, raccontata recentemente con dinamiche lievemente diverse dal film di Ivano De Matteo “Mia”.

03/05/2023, 18:49

Caterina Sabato