Note di regia di "Vivere Non e' un Gioco da Ragazzi"
Sono padre di due figli, una femmina di 24 e un bimbo di 6 anni. Con mia figlia adolescente ho scoperto un mondo completamente diverso da quello che frequentavo alla sua stessa età. Il nostro trasgredire era la canna, lo spinello, oggi ci sono le droghe chimiche, costano poco, ti sballano per tutta la notte, ma sono molto pericolose. Ed è inutile girarsi dall’altra parte, i nostri figli volenti o nolenti entrano in contatto con questa roba molto presto. È molto più diffusa e usata di quanto immaginiamo e purtroppo si infila in un problema sociale più largo: il rapporto tra adolescenti e genitori di questa generazione. Non è vero neanche un po’ che i ragazzi del 2020 sono fuori controllo o stupidi o vuoti o chissà che altro. Credo invece che manchi il tessuto familiare, con genitori pieni di sensi di colpa e un mondo teen, parola che detesto, che non ha più neanche quel barlume di ideali che ha salvato molto di noi a quella età. E proprio gli ideali, quelli sì, mancano per colpa nostra. La politica è diventata un’arena barbara senza differenze. Non hanno qualcosa con cui identificarsi di solido. Hanno invece i social, una piazza globale rischiosa e faticosa. Servirebbe una pacificazione, incontrarsi senza paura di confrontarsi. Riconoscersi. E tornare a fare il nostro mestiere di genitori abbandonando i sensi di colpa a cui questa società ci costringe. Che succede quando questa bomba esplode improvvisamente in un nucleo familiare? Questo abbiamo tentato di raccontare senza morale né retorica, analizzando cinque tipologie famigliari. Che non fanno la Treccani, ma forse il manuale delle giovani marmotte sì. Questa società esiste, ci siamo dentro, la dobbiamo affrontare e capire. Tutti insieme. Si parla tanto, per evidenti motivi, di pace, di muri da superare, ma il muro più grosso ce lo troviamo in casa e crea ansia a ragazzi e genitori. Con il risultato che entrambi si chiudono in loro stessi campando alla giornata. Forse sarebbe bello guardarsi negli occhi e raccontarci.
Rolando Ravello